Nel 2019 sono aumentati, seppure in maniera lieve, gli scioperi nei servizi pubblici essenziali: 2.345 rispetto alle 2.101 del 2018. Ma sul piano concreto, tra revoche spontanee da parte dei sindacati e interventi della Commissione, le astensioni dal lavoro effettivamente effettuate sono scese a circa la metà: 1.462 rispetto ai 1.384 dell’anno precedente. E’ la Relazione del Garante degli scioperi, Giuseppe Santoro-Passarelli, presentata oggi al Parlamento, ad evidenziarlo.
E tra i settori più conflittuali l’Igiene ambientale e il trasporto pubblico locale che nel 2019 hanno cumulato complessivamente 784 annunci di scioperi: 410 l’giene e 374 il trasporto. Ma a contendergli il primato anche il trasporto aereo con 235 proclamazioni, il settore delle pulizie multiservizi con 210 stop , il servizio sanitario nazionale con 133 fermate e il trasporto ferroviario i cui lavoratori hanno annunciato di voler incrociare le braccia per 100 volte nel 2019. Una conflittualità che si gioca però quasi tutto sull’effetto-annuncio, che per l’utente non modifica granché la situazione ma che taglia vigorosamente il dato degli scioperi effettuati che si attestano a circa la metà del totale.
Nel 2019 infatti sono stati proclamati 2.345 scioperi ma poi effettivamente svolti solo 1.462. L’igiene ambientale infatti passa da 410 proclamati a 209; le pulizie multiservizi da 210 e 127; le regioni autonomie locali da 169 a 105; il SSN da 133 a 88; il trasporto aereo da 235 a 133, il trasporto ferroviario da 100 a 59 e il trasporto pubblico locale da 374 a 250. Gli scioperi revocati ammontano dunque a 883.