E’ online, scaricabile dal sito www.mercatoelettrico.org, il nuovo numero della newsletter del Gestore dei Mercati Energetici (Gme). La newsletter si apre con un intervento di Agata Gugliotta del RIE sull’impatto del Covid-19 sul mercato del Gnl. 

“Così come per altre commodities energetiche, anche il comparto del gas naturale liquefatto (Gnl) ha risentito della crisi generata dalla pandemia di Covid 19. Marcata riduzione dei volumi esportati a causa dell’inevitabile calo dei consumi, crollo verticale dei prezzi (almeno fino a fine giugno), riduzione dei budget delle imprese, revisione dei piani di investimento e maggiore propensione alla flessibilità contrattuale da parte degli importatori sono le principali conseguenze nel settore di una crisi sanitaria ed economica che non ha precedenti”, ha osservato l’analista del RIE. I numeri, d’altronde, sono eloquenti. 

“Lato offerta, da gennaio a settembre, le esportazioni globali di Gnl si sono contratte di circa il 15%, pari ad una riduzione intorno a 7 mld mc. Il taglio maggiore è stato registrato negli Stati Uniti, con circa -30% di export e quasi 170 carichi cancellati”, ha precisato Gugliotta. 

Per cercare di riequilibrare domanda e offerta, molti paesi produttori oltre che al taglio dell’export sono stati costretti a ricorrere massicciamente anche allo stoccaggio offshore sulle navi, pratica tradizionalmente diffusa per il petrolio. 

“Lato domanda, il blocco delle attività produttive non essenziali, unito alla prosecuzione di un inverno eccezionalmente mite e ad una crescente penetrazione delle fonti rinnovabili intermittenti nella generazione elettrica, ha determinato un calo dei consumi di gas naturale a livello mondiale mai registrato prima in questo mercato (-4% nel primo semestre 2020 vs stesso periodo 2019). A risentirne inevitabilmente è stato anche il GNL, in ragione della flessibilità che lo contraddistingue: nei primi 9 mesi del 2020 sono stati contrattualizzati solo 35 mld di mc a fronte dei 74 mld di mc del 2019 e dei 95 mld di mc del 2018”, ha evidenziato la ricercatrice del Rie che ha sottolineato come il disequilibrio domanda/offerta si sia riflesso pesantemente sui prezzi. 

“Lo shock di domanda causato dal Covid 19, insieme all’amplificarsi della situazione di oversupply e al crollo dei prezzi, ha spinto le imprese O&G maggiormente colpite dal nuovo contesto a reagire come si fa sempre in queste occasioni: posticipare o ridurre gli investimenti e annunciare licenziamenti”, ha spiegato Gugliotta. Naturalmente, tutti questi fattori, hanno avuto anche un impatto sulle condizioni di vendita: “L’attuale congiuntura, caratterizzata da volumi in eccesso e difficili da allocare con conseguente crollo dei prezzi spot, ha accelerato il processo di ‘commoditizzazione’ del Gnl già in atto da alcuni anni – ha osservato l’analista del Rie -. Ciò si è tradotto in una progressiva transizione verso un mercato più liquido, in cui le contrattazioni di gas liquefatto che avvengono sulla base di accordi spot o di breve termine sono progressivamente cresciute, passando dal 19% del 2010 al 34% del 2019”. 

Il problema, ora, è prevedere cosa accadrà in futuro: gli eventi degli ultimi mesi, per la loro portata e per gli effetti ancora difficilmente quantificabili, visto il protrarsi della pandemia, hanno inciso significativamente sull’andamento congiunturale del mercato e ne condizioneranno anche gli scenari prossimi.  

“Se è vero che, nonostante una discesa del 15% dell’export di GNL rilevabile confrontando i valori del mese di settembre con quelli di gennaio, i primi 9 mesi del 2020 segnano comunque un aumento medio del 3% rispetto al pari periodo dello scorso anno, è tuttavia indubbio che il ritmo di aumento abbia subito un brusco rallentamento, se guardiamo ai tassi ben più elevati degli anni scorsi (es:+13 nel 2019 e +8% nel 2018)”, ha sottolineato Gugliotta.  

“Nei prossimi mesi, un inverno nella media (diversamente dal mitissimo 2019) e la necessità di ricostituire le scorte potrebbero sostenere la domanda, a condizione che le misure attuali siano sufficienti a contenere la diffusione del virus, e non si debba, al contrario, ricorrere a misure più restrittive o addirittura a nuovi lockdown. L’Aie per il 2020 indica una crescita annua del commercio internazionale di Gnl del 2% vs il 2019, mentre un 3% è previsto per il 2021: una ripresa modesta e lenta, che si basa sull’ipotesi di un miglioramento della situazione economica e sanitaria”, ha precisato l’esperta del Rie. 

E dopo? “Più si estende il periodo di previsione, più quest’ultima diventa incerta. Prima dello scoppio della crisi gli scenari elaborati dalle principali compagnie e think thank convergevano sul fatto che fino al 2025 il mercato sarebbe rimasto ben fornito e la domanda di GNL sarebbe comunque continuata a crescere. Un assunto che potrebbe essere rivisto sia lato offerta che lato domanda: ritardi nella costruzione dei nuovi impianti e riduzione drastica delle nuove FID potrebbero contribuire a ridurre i ritmi di produzione e ad assorbire l’oversupply prima del 2025; ma dall’altro lato, l‘eventuale rialzo dei prezzi, la possibile difficoltà degli importatori (specie dei previsti nuovi entranti) di dotarsi della capacità di ricezione adeguata e un’accelerazione verso politiche low carbon potrebbero contribuire ad un ridimensionamento del consumo di questa fonte”, ha concluso Gugliotta. All’interno del nuovo numero sono pubblicati, inoltre, i consueti commenti tecnici, relativi i mercati e le borse elettriche ed ambientali nazionali ed europee, la sezione dedicata all’analisi degli andamenti del mercato del gas italiano e la sezione di analisi sugli andamenti in Europa, che approfondisce le tendenze sui principali mercati europei delle commodities. La nuova pubblicazione GME riporta, inoltre, come ormai è consuetudine, i dati di sintesi del mercato elettrico per il mese di ottobre 2020.