Lo stop ai versamenti di imposte e contributi previsti dai due decreti Ristori ammonta a oltre 2 miliardi di euro. E’ quanto emerge da una sintesi sulle misure dei due provvedimenti approvati in seguiti ai rispettivi Dpcm per la stretta dei lockdown selettivi e l’istituzione di zone rosse e arancioni.
Il credito d’imposta al 60% per l’affitto degli immobili commerciali per i mesi di ottobre, novembre e dicembre introdotto dal dl Ristori 1 in favore delle imprese colpite dal penultimo Dpcm costa allo Stato 220,6 milioni. Quello del dl Ristori Bis esteso anche alle nuove attività e ai tour operator e agenzie di viaggio con sede nelle zone rosse vale 243,3 milioni per il 2020 e 78,1 milioni per 2021.
La cancellazione della rata Imu di dicembre per le attività su scala nazionale colpite dal primo round di restrizioni costa 121,3 milioni. L’estensione dell’esonero alle imprese delle zone rosse impatta le casse pubbliche per 38,7 milioni. La proroga al 30 aprile del versamento dell’acconto Irap e Irpef previsti dal dl Ristori Bis vale 35,8 milioni; mentre la moratoria sui versamenti Iva e ritenute alla fonte vale 549 milioni. Lo stop al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali e premi assicurazione obbligatori per il mese di novembre per i datori di lavoro dei settori interessati dalle limitazioni del dpcm del 24 ottobre costa 504 milioni. Mentre sul fronte del dl Bis, la sospensione dei contributi per i datori di lavoro della zona rossa colpiti dalle restrizioni vale 206 milioni.