Decreto ristori bis raschia il barile

In caso di aumento dei contagi la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio potrebbe essere più vicina. Il decreto ristori bis, atteso tra domani e venerdì in Consiglio dei ministri, raschia il barile delle risorse disponibili attingendo dall’ultimo margine di deficit disponibile ovvero 0,1% (pari a circa 1,6 mld) rialzando l’asticella al 10,8% indicato nella Nadef e da alcuni avanzi di bilancio resi disponibili con il sistema dei cosiddetti ‘vasi comunicanti’ che permette di usare dei risparmi di una misura per un’altra, portando il provvedimento a quasi 2 mld.  

Visto che il governo intende compensare ogni inasprimento nei lockdown mirati con misure di sostegno economico alle attività colpite e visto il rischio di nuove ‘strette’ o nuove zone rosse alla luce dell’evoluzione della pandemia nei mesi invernali, fonti della maggioranza interpellate dall’Adnkronos osservano che per finanziare ulteriori sostegni potrebbe servire un nuovo scostamento. 

Autorevoli esponenti della maggioranza ricordano che in realtà a fine luglio il Parlamento ha già autorizzato uno sforamento del disavanzo 2020 fino all’11,9% (20 mld circa), tuttavia gli esperti giuridici vicini al dossier chiariscono che fa fede la stima della Nadef, ovvero di un deficit-pil al 10,8%, dunque finanziare nuovi interventi fino al 31 dicembre richiederebbe risorse aggiuntive. Salvo importi di minore entità da ‘coprire’ con possibili altri risparmi, ma le esigenze dipenderanno dall’evoluzione della pandemia e dalla portata del lockdown nelle settimane a venire. Il problema ad ogni modo si porrebbe solo per questi ultimi mesi del 2020, visto che per il 2021 ci sono gli stanziamenti della Legge di Bilancio.