Se la nuova ondata di pandemia “ci chiede sacrifici, allora facciamo come si fa nello spazio: invece di lamentarci, guardiamoci intorno e usiamo quello che abbiamo per venirne a capo da questa emergenza. Anche io sono fra i cittadini comuni a gestire il virus” ed a imparare a gestire questa pandemia “ed i sacrifici che il distanziamento comporta”. E’ l’esortazione che arriva dall’astronauta italiano Paolo Nespoli, intervistato dall’Adnkronos sulla nuova ondata pandemica. “Quando c’è stato il lockdown ho cercato di fare ciò che facciamo nello spazio: invece di lamentarmi mi sono guardato attorno e ho cercato di utilizzare tutto quello che avevo e che potevo fare. Il mio libro di fotografie è uscito proprio così, dal tempo in più che ho avuto durante il lockdown” sottolinea Paolo Nespoli che oggi ha presentato a Roma la sua mostra fotografica sulla Stazione Spaziale Internazionale che, con il supporto di Leonardo, é allestita alla Galleria il Cembalo fino al 28 novembre prossimo.
“Se noi riusciamo a capire cosa è importante per la comunità e per noi, allora tutti insieme riusciremo a trovare il bandolo della matassa di questa emergenza sanitaria con meno problemi possibili” afferma ancora Paolo Nespoli. “Alla fine dobbiamo essere coscienti del fatto che la situazione e ‘anormale’ e quindi dobbiamo essere flessibili, attenti a noi e agli altri” sottolinea l’astronauta che in 20 anni di carriera ha vissuto nello spazio 313 giorni nel corso di tre missioni in orbita. L’astronauta suggerisce quindi di “cercare di focalizzarsi sul problema, ognuno deve dare il proprio contributo per uscire dalla pandemia, capire che comunque ci sono sempre delle opportunità e che spetta a noi, come sempre, trovarle”. “Insomma, diamoci da fare e non disperiamoci” scandisce.
(di Andreana d’Aquino)