La situazione di difficoltà in cui versano già moltissime piccole e medie imprese richiede misure straordinarie a loro sostegno, in grado di supportarle economicamente e salvaguardarne i livelli occupazionali. E’ uno degli aspetti che emergono dall’indagine ‘Crisi, emergenza sanitaria e lavoro nelle pmi’, che sarà presentata al Festival del Lavoro, in programma oggi e domani, e condotta dalla Fondazione studi consulenti del lavoro tra gli iscritti.  

Il 56,6% dei consulenti intervistati indica al primo posto l’urgenza di fornire contributi a fondo perduto per sostenere l’attività; a seguire, il 53,2% la proroga degli ammortizzatori sociali e il 51,9% la sospensione delle scadenze fiscali. Interventi importanti, a fronte dei quali altre possibili misure di incentivo e supporto, quali contributi per sostenere i costi della sicurezza o riorganizzare le aziende in modalità agile appaiono del tutto residuali.  

Secondo la ricerca dei consulenti del lavoro l’esigenza di convogliare le risorse in interventi rilevanti da un punto di vista economico, per consentire il necessario afflusso di liquidità, rappresenta lo stato di forte criticità con cui le piccole e medie imprese si apprestano ad affrontare la seconda ondata pandemica. È indicativo che al Sud, prima ancora che contributi e ammortizzatori sociali, si indichi come prioritaria la sospensione delle scadenze fiscali, segnalando l’impossibilità totale delle aziende di far fronte ai propri adempimenti. Di contro al Nord, l’attenzione è posta soprattutto sugli ammortizzatori sociali, per rendere sostenibile il proseguimento delle attività, anche in condizione di forte criticità, puntando quanto possibile alla salvaguardia dei livelli occupazionali.