Un Alto Commissariato al Digitale per fronteggiare il “ritardo tecnologico e di spesa” del nostro Paese in vista dell’arrivo dei Recovery Fund. “Il ritardo digitale del nostro Paese è tale che all’Italia serve un Alto Commissariato al Digitale”, una “Struttura tecnica”, in vista dell’arrivo dei Recovery Fund, “capace di portare a compimento i progetti strategici di modernizzazione dello Stato, al di là dei tempi della politica ed al sicuro dai cambi di Governo”. E’ “una proposta” ma anche “una provocazione” quella che arriva dal presidente di Confindustria Digitale, Cesare Avenia, parlando con l’Adnkronos. Con questa idea “spero che si apra il dibattito su questo tema” spiega. “Dobbiamo evitare che ci sia un vero e proprio ‘assalto alla diligenza’, una corsa alle risorse del Recovery Fund” perché “il nostro Paese ha dimostrato di avere speso sul digitale in 7 anni appena il 15% dei 3,3 miliardi previsti dai Fondi Strutturali Europei 2014-2020” rileva Avenia. 

Stando ai dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confindustria Digitale su dati di Open Coesione e che l’Adnkronos ha potuto visionare, a fine del settennio dei Fondi Strutturali 2014-2020, dei 76 miliardi di euro assegnati all’Italia risulta speso solo il 37% del totale ed appena il 15% dei fondi dedicati al Digitale, secondo l’ultimo dato di giugno 2020. “L’Italia così risulta il secondo paese beneficiario sui 27 per soldi ottenuti dopo la Polonia ma tra gli ultimi per progetti realizzati sul totale dei Fondi Ue” indica Cesare Avenia che non nasconde i motivi del suo allarme. Per avere un termine di paragone, il presidente di Confindustria Digitale sottolinea che “i 209 miliardi di euro, che dovranno essere assegnati al nostro Paese con il Next Generation Eu, sono oltre 4 volte i Fondi strutturali della precedente programmazione 2014-2020, in più le risorse NGE dovranno essere impegnate in soli 3 anni rispetto ai 7 anni previsti dai Fondi strutturali”. 

E la proposta di Avenia non vuole essere un j’accuse alla ministra Paola Pisano. “Con il Mid, il ministro dell’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, siamo perfettamente allineati ma io faccio un altro mestiere, sono il presidente di un’associazione industriale, non posso e non voglio arrogarmi il diritto di indicare cosa fare” ma “voglio sollevare un dibattito concreto sull’uso dei Recovery Fund per il Digitale” chiarisce il presidente di Confindustria Digitale. “Se mi si chiede come sta funzionando il Dipartimento del Mid, io dico che sta funzionando bene. Però rispetto alle esigenze del Recovery Fund, il Dipartimento non ce la può fare con le attuali risorse umane e finanziarie” avverte l’imprenditore. Se anche l’ultimo Dpcm ribadisce il ricorso allo smart working per proteggersi dalla pandemia, “diventa ancora più intollerabile il divide e ritardo digitale dell’Italia” rimarca Avenia. “Lo smart working gira su reti di telecomunicazioni e piattaforme digitali ed è grazie a tutto ciò se riusciamo a continuare a lavorare anche distanza, e quindi se, nonostante la pandemia da coronavirus, riusciamo e tenere in piedi il Paese” scandisce infine.  

(di Andreana d’Aquino)