“Scienza e donna sono un binomio vincente, lo diciamo da sempre, e il Nobel per la Chimica dato a Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna, che fa seguito a quello per la Fisica assegnato ad Andrea Ghez, ne sono la conferma”. Lo dichiara Diana Bracco, presidente della Fondazione Bracco e del Cluster tecnologico nazionale Scienze della vita Alisei, nonché presidente e amministratore delegato del gruppo Bracco.
“Ho apprezzato molto che la professoressa Charpentier abbia dedicato a caldo il premio alle giovani – commenta l’imprenditrice – e il mio auspicio è che questi successi possano fungere da stimolo e da ispirazione per molte donne impegnate nell’ambito delle Stem”, ossia nei settori scienza, tecnologia, ingegneria e matematica. “Direi comunque – aggiunge – che era ora che l’Accademia reale delle scienze svedese dedicasse il giusto riconoscimento alla ricerca portata avanti dalle scienziate, considerando che dal 1901 a oggi il Nobel scientifico è stato assegnato a sole 23 donne”.
“Fondazione Bracco, con il progetto 100 donne contro gli stereotipi – ricorda la presidente – è impegnata da anni ad accelerare questo cambiamento, che dev’essere innanzitutto culturale. Così è nata anche la mostra ‘Una vita da scienziata’, che attraverso gli scatti del famoso fotografo Gerald Bruneau rende omaggio alla scienza al femminile. Decine di ritratti di biologhe, chimiche, farmacologhe, ingegnere, astrofisiche, e tante altre che si sono prestate al gioco con professionalità e simpatia. La mostra, visitabile all’Acquario Civico di Milano fino al 1 novembre, sarà presente anche a Todimmagina, Festival di fotografia contemporanea di Todi”.