“Io vorrei dare un segnale di positività e di speranza. Noi siamo riusciti a fare le collezioni fisicamente ma la prima cosa che vorrei dire è di cercare di convivere con la pandemia, avendo ogni giorno un po’ meno timore ma grande rispetto”. Brunello Cucinelli usa garbo e gentilezza, come è solito fare, mentre presenta, a Milano, la nuova collezione per la primavera-estate 2021. Capi dall’eleganza ‘rilassata’, pensati per il daywear, e che mantengono intatte le note eleganti che fanno parte del Dna del brand.
Ma Cucinelli parla anche di rinascita. Una rinascita che sembra andare a braccetto con la ripresa dell’Italia, perché “sotto il profilo economico, stiamo facendo” osserva l’imprenditore umbro, patron dell’azienda del cashmere che porta il suo nome. “Occorre fare attenzione – spiega Cucinelli all’Adnkronos -. La pandemia passerà, ci vorranno anni ma progettiamo adesso per il tempo che verrà”. Economicamente, ammette, “è stata una cosa forte e congiunturale ma le banche e i governi hanno messo a disposizione molto, quindi risorgeremo presto. Se l’anno prossimo ci muoveremo con dei mercati che faranno una crescita del Pil a +7% o +10% significa che il fermento in questi mercati è alto”.
Sulle azioni messe in campo dal governo per le imprese, Cucinelli taglia corto: “Non è il mio mestiere giudicare – spiega – ma proprio stamattina ho sentito il mio stimato premier Conte e gli ho detto che mi piace questa idea di garbo e gentilezza. Io credo nell’Italia, spero di essere un sano cittadino italiano che lavora. Sotto il profilo della pandemia, secondo me, noi abbiamo fatto qualcosa di molto sano. Sotto il profilo economico stiamo facendo. Ahimè, da qualche anno abbiamo perso il manufatto di basso livello, su questo dobbiamo recuperare per portare i nostri manufatti un po’ più in alto”.
Quanto alla collezione che presenta oggi, tra cui spiccano i capi iconici della maison, come le maglie ‘opera’ e le giacche armaturate nei toni neutri del bianco e del beige, “sono particolarmente contento – spiega Cucinelli – perché abbiamo finito i nostri ordini prima dell’estate ’21. Ciò significa che al di là del risultato di quest’anno, dove immaginiamo comunque un secondo semestre positivo su un anno in calo del 10%, confermiamo per il 2021 una crescita del 15%”.
Di ottimismo e lungimiranza, il ‘re del cachemire’ ne ha da vendere. Soprattutto se si parla di Coronavirus. “Mi sembra che si inizi a respirare un’aria di ripartenza in tutto il mondo – ragiona – con alcuni Paesi, come la Cina, che ripartono prima e altri dopo. La cosa che mi ha affascinato di più è stata ieri, quando durante una videoconferenza, i nostri dipendenti in Cina si sono presentati tutti senza mascherina e seduti l’uno accanto all’altro, come si faceva prima. Se è così, questo ci fa sperare che essendo partiti due mesi prima con il virus, può darsi anche che tra due mesi anche noi potremmo” fare lo stesso.
In Europa, però, la situazione è allarmante, con Paesi, come la Francia, la Spagna e la Gran Bretagna che vedono ogni giorno un’impennata di contagi. “Io non sono preoccupato come prima – ammette Cucinelli – perché chiaramente questi sono i risultati di tanti tamponi e di gente asintomatica. A marzo noi avevamo malati veri, se avessimo fatto a marzo tutti questi tamponi avremmo avuto chissà quanti asintomatici. Ovviamente non sottovaluto il virus. In azienda abbiamo due medici che sono con noi dall’inizio della pandemia e che staranno lì fino alla fine. Fanno tamponi e sierologici ogni 15 giorni”.
Inoltre, aggiunge, “assieme all’Università di Perugia e all’ospedale, stiamo testando un macchinario giapponese che legge 120 test salivari all’ora. Gli studiosi dicono che questi test sono validi. E’ una cosa molto interessante, un macchinario lo ha lo Spallanzani, uno lo abbiamo noi e se siamo volto vicini, come mi hanno spiegato i medici, significa che possiamo triplicare e quintuplicare i test. Il problema qual è? Che ora con l’autunno di nuovo l’influenza e bisogna agire”.
La ricetta di Cucinelli, del resto, è vivere “ogni giorno con meno timore ma con grandissimo rispetto”. E guai a parlare del 2020 come di un anno sprecato o perso. “L’ho detto anche ai miei – rimarca l’imprenditore – non bisogna considerare questo un anno perso, è un anno di passaggio. Non faremo gli stessi utili dell’anno scorso, pazienza. Ripartiamo. L’anno prossimo io lo chiamo l’anno del riequilibrio ma non voglio sentir dire ‘dobbiamo recuperare’. No. Questo è un anno diverso”.
Un anno in cui anche la moda ha avuto bisogno di reinventarsi e tratteggiare nuovi scenari. “Come sarà d’ora in avanti, come era uno, due, tre anni fa – spiega Cucinelli -. Dobbiamo fare prodotti contemporanei, provando a non recare danni al creato. Questo è il vero cambiamento, specialmente nei più giovani. Noi tutti andremo ad analizzare come produciamo, dobbiamo preoccuparci dei rapporti con gli animali e con la Terra tutta”.
Nonostante il suo nome ricorra spesso in politica, tra chi lo vorrebbe candidato o fondatore di un partito, Cucinelli ci tiene a ribadire un secco ‘no, grazie’ a un qualsivoglia coinvolgimento con la stanza dei bottoni: “Vorrei fare l’industriale come ho sempre fatto e spero di farlo correttamente, con garbo ed educazione – rimarca – dobbiamo tornare ad avere rispetto anche per il lavoro altrui”.
(di Federica Mochi)