Sono passati ormai 5 anni dallo scoppio dello scandalo Dieselgate quando l’agenzia per la protezione ambientale negli Usa (Epa) ha denunciato Volkswagen rea di aver falsificato i test sulle emissioni di CO2 su alcune vetture diesel Euro 5 del gruppo. Altroconsumo e le organizzazioni di consumatori Test-Achats in Belgio, Ocu in Spagna, Deco Proteste in Portogallo (riunite sotto la sigla Euroconsumers insieme ai brasiliani di Proteste) nel 2017 hanno avviato le class action per chiedere risarcimenti per i consumatori europei, risarcimenti che ad oggi, a distanza di 5 anni, sono arrivati solamente per i consumatori tedeschi e americani.
A marzo di quest’anno, infatti, si è chiuso l’accordo extragiudiziale tra la casa automobilistica e la federazione dei consumatori tedeschi VZBV da 830 milioni di euro. Sono stati risarciti 260mila clienti con rimborsi per i singoli proprietari di auto che oscillano tra 1.350 e 6.257 euro a seconda del modello e dell’età del veicolo. Ma il Gruppo Volkswagen sembra considerare i clienti italiani, belgi, spagnoli e portoghesi meno importanti di quelli tedeschi.
Dopo numerose lettere e richieste di spiegazione, Volkswagen ha risposto a Euroconsumers affermando che le vittime del Dieselgate non hanno subito alcun danno e che non vi è quindi ragione per risarcirle. In Italia, sono oltre 75.000 le adesioni alla class action promossa da Altroconsumo presso il tribunale di Venezia, ma i tempi della giustizia in Italia, soprattutto per le azioni collettive, sono particolarmente lunghi e gravosi. In questo caso ancora di più, considerata la mole di adesioni senza precedenti nel nostro paese per questo tipo di azioni legali.
“È inaccettabile il comportamento di Volkswagen, in Europa non devono esistere consumatori di serie A e B – commenta Ivo Tarantino responsabile relazioni esterne Altroconsumo -. Continueremo a lottare, dentro e fuori le aule di tribunale, fino a quando tutti i 75mila consumatori che hanno aderito alla nostra class action non avranno ottenuto il giusto risarcimento per i danni subiti”.