E’ stata una sorpresa perché con una mossa “non attesa, l’Agenzia Spaziale Italiana ha deciso di partecipare alla missione europea Hera, la prima che punta alla difesa planetaria” andando a studiare l’asteroide binario Didymos con la sua luna Dimorphos. Intervistato dall’Adnkronos, è Ian Carnelli, responsabile della missione Hera, a sottolinearlo parlando a margine della firma del contratto da 130 milioni di euro, oggi all’Esoc di Esa a Darmstadt in Germania, un contratto che dà il via alle attività industriali della innovativa missione spaziale europea.  

“E’ un parterre di grande rilievo -sottolinea Carnelli- quello industriale italiano, ci sono Leonardo che realizza i pannelli solari di Hera molto performanti, Thales Alenia Space che ha la responsabilità dei sistemi radio, Hbo Italia che si occupa di tutti il sistema di potenza e Avio che realizza a Colleferro il sistema di propulsione a bordo del satellite”.  

Ma non solo. Carnelli ricorda che “c’è anche la startup italiana TecnoSystem Development di Pozzuoli, vicino Napoli, che grazie alle sue microtelecamere mostrerà le immagini del rilascio dei due CubSats, uno dei fiori all’occhiello della missione Hera”. Anche la startup Tyvak, riferisce ancora Carnelli, “ha un suo ruolo stategico perchè ha realizzato il CubSat ‘Milani’. 

Insomma, “l’Italia con le sue aziende ha lavorato molto bene in questa missione” ed il peso dell’Italia, continua Ian Carnelli, “si è fatto sentire anche sul fronte della scienza che produrrà Hera, con l’Inaf ad esempio”. L’aspetto chiave della missione Hera che Ian Carnelli mette in evidenza è “che sarà possibile raccogliere tutti i dati dell’asteroide che la Nasa impatterà con la sua sonda Dart che sarà lanciata il prossimo anno”.  

“Sarà possibile -spiega Carnelli- studiare la forma del cratere, le polveri, insomma grazie a queste informazioni potremo inserire i parametri nei simulatori e correggere i nostri algoritmi per validare il sistema di deviazione di un asteroide”.  

Con il CubSat ‘Milani’, indica ancora Carnelli, “studieremo le polveri, con Juventas potremo fare la ‘radiografia dell’asteroide”. Il contratto firmato oggi, osserva infine il responsabile della missione Hera, “mostra anche un approccio nuovo dell’Esa, un approccio low cost nel realizzare missioni che utilizzano tecnologie già note, quindi un approccio positivo e che dà molte opportunità anche a nuove aziende”.  

(di Andreana d’Aquino)