La sentenza favorevole della Corte Costituzionale sulla questione delle distanze tra edifici contenute nel Piano Casa della Regione del Veneto è “una vittoria importante che riconosce anche le istanze ed i rilievi posti da Ance Veneto che ha ricorso insieme alla Regione ed all’Anci Veneto”. Lo afferma il Presidente di Ance Veneto, Paolo Ghiotti, che ricorda come l’associazione sia stata a fianco della Regione nei ricorsi alla Corte Costituzionale sulla Legge sul Piano Casa – che è stato appunto accolto – in quello ancora sospeso sulla legge n.50 del 23 dicembre 2019, due leggi che – aggiunge – devono “essere applicate perché consentono di abbattere alcuni ostacoli della burocrazia. Con l’ecobonus, inoltre, possono diventare uno stimolo importante per intervenire sugli immobili del territorio attraverso la rigenerazione e la riqualificazione dando così ossigeno alle imprese edili in una fase delicata come quella del Covid-19”.
“Ci auguriamo – continua Ghiotti – che la sentenza metta la parola fine alle controversie e permetta al Piano Casa di liberare gli effetti positivi sull’edilizia senza scontrarsi con i freni della burocrazia”. Nello specifico, la Corte ha dichiarato infondate tutte le questioni sollevate, che riguardavano la presunta illegittimità della norma di interpretazione autentica che considerava inderogabili le sole distanze previste da disposizioni statali, e non anche quelle stabilite da strumenti urbanistici e regolamenti comunali. Una sentenza che segue quella dello scorso 30 gennaio che ha dichiarato inammissibile la richiesta del Consiglio di Stato di dichiarare l’illegittimità costituzionale della norma regionale controversa, in materia di altezze. Secondo la Corte, il profilo per quale il giudice dubitava della costituzionalità della norma non era rilevante e non è neppure entrata nel merito della questione.
“Con il nostro contributo al ricorso che ha prodotto una decisione favorevole abbiamo voluto tutelare fino in fondo il Piano Casa e gli effetti positivi in grado di dipanare su tutto il sistema dell’edilizia. La sentenza rappresenta anche un segnale importante nei confronti dell’autonomia perché ribadisce la competenza della Regione su una materia delicata come quella dell’urbanistica. È questo il percorso giusto per consentire una filiera delle decisioni rapida e veloce e soprattutto attenta ai bisogni dei diversi attori presenti nel territorio dai cittadini alle imprese”.
Ghiotti, poi, esprime la sua preoccupazione per la possibile bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge regionale 50 relativa alle disposizioni per la regolarizzazione delle opere edilizie eseguite in parziale difformità impugnata dal Governo: “L’impossibilità di applicare questa legge rischia di far desistere tutti quei soggetti che vogliono recuperare un immobile. Dal punto di vista pratico da una parte chi vorrebbe cedere gli immobili o dall’altra parte chi vorrebbe recuperare o ristrutturare gli stessi si troverebbe di fronte un ostacolo insuperabile che preclude tanto la successiva alienazione come la loro trasformazione o il loro recupero”.
“La Regione – aggiunge – ha costruito una legge che ricalca l’impianto di quella dell’Emilia Romagna (legge .24 del 2017) ed è in sostanza nei principi speculare, ma il Governo ha impugnato solo quella del Veneto. È complesso e lo è ancor di più per le imprese di Ance Veneto comprenderne le ragioni di questa scelta perché in questo modo si bloccano gli investimenti di rigenerazione ed anche in questo caso l’applicazione dell’ecobonus sugli interventi realizzati che andrebbero a svecchiare il patrimonio immobiliare del territorio”.