Alla luce delle incertezze aperte dalla crisi coronavirus, la Banca Centrale Europea oggi ha prolungato a gennaio 2021 l’invito alle banche europee a non pagare dividendi e a bloccare le operazioni di riacquisti delle azioni proprie. La Bce invita inoltre gli istituti ad “adottare una estrema moderazione” sulle retribuzioni ai propri vertici, in materia di bonus, “per preservare il capitale durante la crisi”. Inoltre, da Francoforte si riafferma che  – alla luce degli impegni che il settore sta affrontando – “darà sufficiente tempo alle banche per ricostruire il proprio capitale e i buffer di liquidità” evitando “azioni pro-cicliche”. 

L’Eurotower precisa che questa raccomandazione “resta temporanea ed eccezionale e punta a mantenere la capacità delle banche di assorbire le perdite e a sostenere l’economia in uno scenario di eccezionale incertezza” che “rende difficile per le banche avere visibilità sul proprio capitale”.  

“Come dimostrato dall’analisi della vulnerabilità, il livello di capitale nel sistema potrebbe diminuire significativamente se si dovesse materializzare uno scenario grave” ammonisce la Bce che preannuncia un riesame di questa posizione “nel quarto trimestre 2020, tenendo conto del contesto economico, della stabilità del sistema finanziario e dell’affidabilità della pianificazione del capitale”. 

“Una volta che l’incertezza che richiede questa raccomandazione temporanea ed eccezionale si attenuerà – si legge nella nota di Francoforte – le banche con posizioni patrimoniali sostenibili potranno prendere in considerazione la possibilità di riprendere i pagamenti dei dividendi”. E questo – spiega la Bce – varrà anche nel caso questi istituti si trovassero ad operare al di sotto del livello di capitale previsto dal cosiddetto Pillar 2 purché l’andamento previsto dalle banche “dimostri che le loro posizioni patrimoniali sono sostenibili a medio termine”. 

BANCHE EUROZONA HANNO MOSTRATO RESILIENZA DAVANTI A CRISI COVID – Il settore bancario dell’area dell’euro ha dato prova di saper resistere agli stress causati dal coronavirus. Il ‘riconoscimento’ arriva dalla stessa Bce che ha condotto un esercizio per identificare le potenziali vulnerabilità del settore nella fase iniziale a seguito dello choc del coronavirus. E “i risultati mostrano che il settore bancario dell’area dell’euro può resistere allo stress indotto dalla pandemia ma – spiega Francoforte – se la situazione peggiorasse, il consumo di capitale sarebbe significativo”. In questo particolare stress test lo scenario centrale mostra una riduzione del coefficiente patrimoniale aggregato (il cosiddetto CET1) delle banche di circa 1,9 punti percentuali al 12,6% mentre in uno scenario grave il calo sarebbe di 5,7 punti percentuali all’8,8% entro la fine del 2022 per via di un aumento dei crediti deteriorati e delle perdite.