di Alessandra Testorio
Cambio al vertice della Uil: dopo sei anni di mandato lascia Carmelo Barbagallo ed arriva Pierpaolo Bombardieri, da due anni già segretario aggiunto della confederazione. Il via libera oggi dall’esecutivo del sindacato che, all’unanimità, ha designato il nuovo leader la cui nomina sarà formalizzata dal voto del consiglio confederale del 4 luglio prossimo convocata a Roma. Una convention che si terrà in presenza e alla quale è stato invitato buona parte del governo oltre che ovviamente Cisl e Cgil. Il momento è critico e sarà quella l’occasione per un nuovo faccia a faccia sindacato-esecutivo.
Il passaggio del testimone sancito oggi avviene comunque in totale continuità di obiettivi. La nuova Uil di Bombardieri, infatti, partirà esattamente lì dove ha lasciato Barbagallo, da quel Patto per il Paese sollecitato al premier Conte anche durante gli Stati generali delle settimane scorse; una visione che accomuni le forze politiche e sociali sul futuro dell’Italia ma che il sindacato stenta a intravedere nelle ultime proposte messe sul tappeto dal governo, dal taglio dell’Iva allo scambio Cig-costo lavoro.
“Vorremmo ridisegnare una nuova idea di Paese, che parta da alcuni valori, rispetto della vita e della sicurezza sul lavoro. Immaginare un Paese in cui anche le scelte economiche siano diverse da quelle di oggi e si agisca per diminuire le disuguaglianze sociali che questa emergenza finirà di allargare”, dice Bombardieri che mette in fila i dossier più caldi che faranno parte della nuova agenda di lavoro: riduzione dell’orario a parità di trattamento economico, redistribuzione della produttività ma soprattutto la “madre di tutte le riforme”, la riforma fiscale e la lotta all’evasione, e poi investimenti pubblici e ad una nuova politica industriale.
“Sarà un autunno carico ma siamo pronti a fare la nostra parte”, ribadisce ancora anche se sulla proposta del premier Conte di incentivare le aziende a non utilizzare la cassa integrazione in cambio di una robusta defiscalizzazione del costo del lavoro scende il gelo.”Sull’ipotesi si può ragionare ma il punto di fondo rimane: qual e’ la strategia nel medio lungo periodo? Altrimenti rischiamo di leggere sui giornali varie proposte, una volta sull’Iva una volta sulla cig ma di non avere un quadro completo sul quale confrontarci”, dice Bombardieri che invece esplicita un no secco all’potesi di un taglio dell’Iva.
“Avevamo chiesto da tempo una sua rimodulazione anche per uscire dalla cambiale che ogni anno dobbiamo pagare per evitarne gli aumenti. Ma immaginiamo che le risorse non siano infinite e dovendo scegliere, siamo per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti e dei pensionati perché dare soldi a chi continua a non spenderli è un esercizio sterile. Noi invece dobbiamo indirizzarli verso chi non ce l’ha, a chi stenta a comprare i beni di prima necessità. E la riduzione dell’Iva non riattiva la domanda interna”, scandisce.
E alla nuova Confindustria di Bonomi che spesso ricorda come non sia a favore dei rinnovi contrattuali viste le condizioni in cui versano le imprese ricorda: “tra le nostre proposte c’è quella di fare un Patto per il paese perché secondo noi questa crisi ha bisogno di un lavoro comune, del governo delle parti sociali. Se però poi Bonomi insiste nello spiegarci che è contro il contratto nazionale, che non è a favore del rinnovo dei contratti, gli risponderemo per le rime”, ammonisce.
Barbagallo dunque lascia il vertice della Uil: approderà però a quello dei pensionati. E a consuntivo di un mandato, ricco di colpi di scena in un panorama politico instabile e spesso anti-sindacato, tira le somme: missione compiuta, lascio una confederazione messa in sicurezza con 49 mila iscritti in più ed una ritrovata unità con Cisl e Cgil, patrimonio del Paese, dice parlando proprio da quella saletta per l’unità sindacale voluta nel 2014 a inizio mandato, che sancì, insieme ad una lettera all’allora leader Cgil, Susanna Camusso, l’inizio di un percorso di avvicinamento tra sindacati.