Reintrodurre come suggerisce il piano di Vittorio Colao una Voluntary Disclosure per l’emersione di contanti da reddito non dichiarato, magari chiusi in cassette di sicurezza in Svizzera, “sarebbe una scelta giusta, una buona idea”. Ne è convinto Enzo Caputo, l’avvocato fondatore della Caputo & Partners AG – Swiss Banking Lawyers, residente a Zurigo ed esperto di Voluntary.
“In Svizzera, ma non solo, ci sono ancora molte persone che hanno cassette di sicurezza. Non solo nelle banche, ma anche fuori dal sistema bancario, in casseforti private che non rientrano nello scambio automatico di informazioni tra autorità fiscali”, spiega il legale all’Adnkronos.
“Si tratta di contanti, ma anche di preziosi o lingotti. Ecco, questo denaro è al di fuori di qualsiasi sorveglianza”. Caputo, che lavora a Zurigo e ha alle spalle un centinaio di Voluntary per conto di clienti, spiega come funziona: “In passato, con i vecchi ‘scudi penali’, molti non hanno comunque aderito perché non volevano coinvolgere altri soci in affari: di solito, la Voluntary o la fanno tutti o non la fa nessuno perché se la fa solo uno poi mette in pericolo quello che non la vuole fare”. L’importante è che non ci siano “persecuzioni penali”, altrimenti si risolve tutto in un nulla di fatto.
A chi vuole partecipare “si può prendere una parte significativa dell’importo, il 10 o il 20%, oppure dare una multa”, ma non prevedere azioni legali.
“In Brasile e negli Stati Uniti è stato un fallimento: chi aveva partecipato è stato preso in giro e punito dallo Stato, anche arrestato. Non dovrebbe succedere anche in Italia”. Nelle slide del piano di Vittorio Colao, il manager incaricato con altri dal Governo per ripensare il Paese dopo la pandemia, si fa riferimento al contante ma anche “ad altri valori” da far riemergere e regolarizzare: i lingotti d’oro sono il mezzo più utilizzato per portare (o nascondere) all’estero i propri beni.
“Quando il segreto bancario svizzero stava finendo molte persone hanno trasferito i loro beni in cassette di sicurezza private trasformando i contanti in oro fisico”. Ma ormai sono passati più di dieci anni: “Gli stessi secondo me sarebbero ben felici di riportarlo in Italia perché così lo potrebbero usare”. Tra l’altro, a detta di Caputo, con il covid19 è aumentato il numero di privati interessati alla Svizzera come ‘deposito’ per i propri risparmi.
“In questi mesi – racconta – ho ricevuto parecchie telefonate di piccoli risparmiatori e professionisti, sia dall’Italia che dalla Germania”. Nel caso dell’Italia, “o non si fidano più delle banche italiane oppure hanno paura della patrimoniale”; in generale, “molti sono preoccupati dalla fragilità dell’Euro, dall’incertezza per il futuro dell’Europa”.
La loro idea è quella di “investire parte dei risparmi in franchi svizzeri o in oro, ma sempre in Svizzera, così sono protetti in caso di nuova valuta”. Tra l’altro, con la pandemia, “molte banche svizzere hanno facilitato le procedure permettendo di aprire conti in videoconferenza, senza la presenza fisica”. (di Vittoria Vimercati)