Compromessa fino ad ora la produzione di miele Made in Italy che a macchia di leopardo crolla fino all’80% rispetto alla media per effetto dell’andamento climatico anomalo con una grave siccità che ha ridotto le fioriture e stressato le api. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in occasione della Giornata mondiale delle api, istituita dall’Onu e che ricorre il 20 maggio a livello globale.
“L’inverno bollente e la pazza primavera segnata da gelate – sottolinea la Coldiretti – hanno creato in molte Regioni gravi problemi agli alveari con le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre se lo mangiano per sopravvivere, anche se non mancano lungo la Penisola situazioni più positive rispetto allo scorso anno”.
“Le difficoltà delle api – sottolinea la Coldiretti – sono un pericolo grave per la biodiversità considerato che sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. In media una singola ape visita in genere circa 7mila fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele. Tre colture alimentari su quattro dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono mele, pere, fragole, ciliegie, cocomeri e meloni, secondo la Fao”.
A rischio è anche il miele con un raccolto che in Italia potrebbe essere anche peggiore del 2019 quando si è registrata una produzione nazionale di appena 15 milioni di chili a fronte di un quantitativo di quasi 25 milioni di chili importato durante l’anno dall’estero, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat
In Italia – spiega la Coldiretti – esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di ‘pascolo’ delle api. Nelle campagne italiane ci sono 1,5 milioni gli alveari curati da 60mila apicoltori di cui circa 2/3 produce per autoconsumo.