(Adnkronos) – Nell’Italia che si avvia verso l’autonomia differenziata in sanità ci sono centri di eccellenza nel servizio pubblico al Sud che vengono scelti anche da pazienti fuori regione per la qualità della chirurgia messa in campo. Peccato che poi succeda che, al momento della chiamata per l’operazione all’ernia, “tutto venga rimandato di mesi perché l’équipe è trasferita in un ospedale più piccolo dove è difficile recuperare le liste d’attesa”. A raccontare all’Adnkronos Salute la sua “odissea sanitaria” è Benedetto Di Gasparro, residente nel Lazio, ma di origine napoletane, che ha scritto una lettera-appello al presidente della Campania De Luca: “Se si vuole che anche dal resto d’Italia i pazienti vengano in Campania, questi problemi vanno affrontati e risolti subito – chiede – invece di aggravarli, mettendo in gravi difficoltà le persone valide che abbiamo la fortuna di avere”. 

Ma partiamo dall’inizio. “Ho scoperto di avere un’ernia inguinale destra nel maggio 2022 – racconta Di Gasparro – ho cercato di informarmi su dove potermi operare e ho scoperto, con un certo orgoglio, che a Napoli il dottor Angelo Sorge e la sua équipe presso le strutture San Giovanni Bosco e Ospedale del Mare effettuavano questo tipo d’intervento senza ricorrere ai punti di sutura, annullando quindi, quasi del tutto, i rischi di dolore e anche di recidiva grazie a una rete autoassorbente da loro adattata. Ho letto commenti entusiastici da pazienti da tutta Italia che erano stati operati in Day surgery e che ritornavano a casa in giornata e potevano riprendere le loro attività nel giro di pochi giorni. Quindi prenoto la visita e il 13 settembre 2022 vengo visitato dal dottor Sorge che definisce la mia situazione clinica come ‘una bella ernia’. Mi viene detto che entro 2, massimo 3 mesi sarei stato chiamato”. 

Poi la sorpresa. “Sono passati 5 mesi e, siccome la mia ernia è quasi triplicata, ho ricontattato lo staff di Sorge, che mi informa che sono 91esimo nella lista d’attesa, dopo 5 mesi – rimarca il paziente – Non solo mi viene detto che ci sono circa 400 pazienti in attesa, ma cosa ancora più grave che l’équipe da lunedì prossimo (6 febbraio) sarà costretta a ritornare al San Giovanni dove i lavori di ristrutturazione non sono stati completati e questo costringerà a ridurre ancora di più i giorni d’intervento, allungando ulteriormente i tempi per smaltire la lunga lista d’attesa. Mi chiedo – denuncia Di Gasparro – per quale motivo si riduce l’operatività di questa équipe rimandandola nell’ospedale dove i lavori non sono stati effettuati?”.  

Per il paziente ora il problema è se potrà aspettare o se peggiorerà e dovrà recarsi in un pronto soccorso. “Sono un cittadino come tanti altri che ha pagato le tasse per una vita – continua Di Gasparro – ho 70 anni, ho il diritto di essere curato nel pubblico e nei tempi stabiliti, inoltre vengo da Roma da una altra regione. Se si vuole che anche dal resto d’Italia i pazienti vengano in Campania, questi problemi vanno affrontati e risolti subito invece di aggravarli mettendo in gravi difficoltà le persone valide che abbiamo la fortuna di avere”.  

“Il governatore De Luca – conclude il paziente – non si deve poi lamentare se i campani vanno a operarsi in altre regioni, oppure si devono svenare nel privato. Perché non fornire il personale e le strutture? Chiedo a De Luca di non trasferire l’équipe del dottor Sorge al San Giovanni prima che si siano completati i lavori. E di metterla in grado, piuttosto, di aumentare i giorni d’intervento per poter smaltire questa vergognosa lista d’attesa”.