“Oggi abbiamo ripercorso il dramma vissuto in Lombardia” con l’emergenza coronavirus “e ricostruito ogni comportamento e le scelte fatte. Sicuramente sono stati fatti degli errori, ma quello che è emerso in modo certo è che siamo stati i primi ad essere aggrediti in questo modo e con una violenza che in poche altre parti è stata paragonabile”. Anche “l’Oms, la Cina avrebbero dovuto darci più notizie, informazioni più precise per aiutarci a essere più efficienti. Ma non è il momento delle polemiche e della individuazione delle responsabilità. Noi ci siamo trovati ad affrontare qualcosa che ancora oggi conosciamo poco. Ma il nostro sistema sanitario credo abbia dato delle risposte eccellenti”. Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha tirato le somme di questi mesi di convivenza con Covid-19, oggi in occasione del convegno organizzato dalla Fondazione The Bridge a Palazzo Lombardia.
“Oggi – ha spiegato durante l’evento ‘Covid-19, il virus ignorante’ – si devono cercare le soluzioni. I nostri medici e il Servizio sanitario si sono concentrati su questo. Magari non hanno dato risposte mediatiche, non sono stati in grado di comunicare, ma sono stati in grado di dare risposte e prospettive per combattere il virus”. Una su tutte: “Essere riusciti a raddoppiare il numero dei letti di terapia intensiva in poche settimane è stata una sfida che non pensavo saremmo riusciti a vincere”, ha evidenziato il governatore, precisando che “sono state evidenziate delle criticità di cui dovremo tenere conto in futuro”.
“Ancora oggi ci sono dubbi e perplessità. Il fatto per esempio che non ci sia una medicina certa, ma alcune medicine utili per cercare di guarire da questo virus”, ha proseguito Fontana. Che ha ammonito: “Con la polemica non si va da nessuna parte, solo con il confronto scientifico valido possiamo cercare di trovare delle soluzioni. In questo Paese si tende a dimenticare tutto. Ascoltando però gli interpreti, i protagonisti di quei giorni ci si rende conto della drammaticità di quanto abbiamo vissuto”.
Il futuro, ha concluso, “dipenderà in buona parte da noi, dalla capacità di convivere con questo virus. E dovremo farlo rispettando le regole, comportamenti che in Lombardia sono entrati a far parte delle abitudini. Tutti hanno capito che questi comportamenti devono essere mantenuti. E oggi, notizia di cui sono contento, grazie ai medici e alla nostra sanità, la nostra regione che si trovava in una situazione drammatica è fra le regioni con un indice di infezione abbastanza basso. Ciò non toglie che non dobbiamo adagiarci, ma dobbiamo continuare a comportarci bene, rivedere gli errori e cercare di correggerli, organizzare la nostra sanità in modo che sia pronta ad affrontare quello che il 20 febbraio non avremmo avuto idea che sarebbe successo. L’invito è a continuare così, a impegnarci per cercare le soluzioni, a stare uniti”.
“Durante questa emergenza sono state evidenziate anche criticità, che di sicuro dovremo tenere in considerazione per il futuro. Ci è stato detto dagli esperti che dobbiamo insistere sull’associazione dei medici di base, ne terremo conto. Se lavorano insieme riescono a unirsi e a dare risposte ottimali. E noi stiamo rivisitando le normative e le organizzazioni territoriali per vedere dove portare miglioramenti. Presto riusciremo a fare una sintesi di tutti questi approfondimenti”. “Questa è sicuramente una delle chiavi previste – ha aggiunto il governatore – tanto è vero che in alcune parti del territorio lombardo i medici si erano riuniti in cooperative e avevano dato, come è stato riferito, dei risultati eccellenti. Queste saranno alcune delle indicazioni di cui terremo conto per la correzione di quei punti che hanno dimostrato delle criticità”.