Aborto, Piemonte verso obbligo ricovero con Ru486

Fanno discutere in Piemonte le linee guida che la Regione potrebbe approvare a breve sull’aborto farmacologico. Secondo quanto anticipato oggi sulle pagine torinesi del quotidiano ‘La Stampa’, l’assessore alla Semplificazione, Maurizio Marrone, starebbe per portare all’approvazione una delibera che non permetterebbe la somministrazione della Ru486 nei consultori e stop alla distribuzione in Day Hospital alla fine dell’emergenza Covid. Una decisione, quella dell’esponente di FdI della Giunta Cirio che ribalterebbe la posizione assunta dal ministero della Salute ai primi di agosto, cioè l’abolizione dell’obbligo di ricovero dall’assunzione fino alla fine del percorso assistenziale e possibilità di assumere il farmaco fino alla nona settimana. 

Cirio: “Non c’è ancora delibera, andrà in maggioranza” 

Immediate le prese di posizione di alcune delle forze di opposizione di Palazzo Lascaris, M5S, Luv e del vice presidente Pd del Consiglio comunale di Torino, Enzo Lavolta insieme a una presa di posizione contraria dei parlamentari dem.  

“L’idea dell’assessore regionale piemontese di FdI, Maurizio Marrone, di reintrodurre il ricovero obbligatorio per l’assunzione della pillola abortiva RU486 è inaccettabile”. Lo denunciano, in una nota, le parlamentari del Pd Anna Rossomando, vicepresidente del Senato, Chiara Gribaudo, vicepresidente gruppo deputati Pd e la deputata Francesca Bonomo. Per le parlamentari è “grave, gravissimo quanto rischia di accadere, in Piemonte, sul fronte della salute delle donne e dei loro diritti di autodeterminazione e libertà. Conquiste di decenni, confermate e aggiornate recentemente anche dal ministro della Salute Roberto Speranza, ascoltato il Consiglio superiore di Sanità, potrebbero essere messe in discussione dalla Giunta di Cirio”.  

In agosto, ricordano le parlamentari, “sono stata emanate le nuove linee guida, basate sull’evidenza scientifica, ed hanno previsto l’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico in day hospital e fino alla nona settimana. Un passo avanti importante nel pieno rispetto della salute delle donne e della legge 194, una legge di civiltà che sempre difenderemo. Diciamo chiaramente a Cirio e alla sua Giunta che non consentiremo alcun passo indietro della storia delle donne. Quando qualcuno ha provato a farlo, come nel caso della Regione Umbria a guida leghista, le donne hanno difeso le loro conquiste e la loro libertà. Lo faremo sempre, lo faremo ovunque. Anche adesso, in Piemonte”.  

LA NOTA DELL’ASSESSORATO – “L’argomento non è ancora approdato al tavolo della Giunta regionale, né è stato oggetto di valutazioni etiche da parte dell’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, che attende di conoscere il quadro completo degli approfondimenti legali in corso”. Così in una nota l’assessorato alla Sanità del Piemonte merito alle polemiche sull’utilizzo della pillola abortiva. 

“La Sanità del Piemonte non ha preso, al momento, alcuna decisione. L’assessore regionale agli Affari legali sta verificando con l’Avvocatura regionale eventuali profili di illegittimità del provvedimento del Ministero della Salute rispetto alle disposizioni della Legge 194, in quanto sarebbero emerse delle criticità”, precisa la nota.