“Il tema del possibile ingresso del virus da Paesi nei quali l’emergenza Covid è in fase di crescita, compresi stati come la Romania e la Bulgaria, ci impone di intervenire nei porti, negli aeroporti e nelle stazioni (non solo ferroviarie ma anche di autobus) per evitare che si imbarchino positivi o sintomatici. Per questo devono essere fatti obbligatoriamente i tamponi”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute il direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia.
Il direttore ricorda l’impegno dello Spallanzani “nel progetto sperimentale messo in campo nel focolaio di Nerola, la campagna di aggressione al virus con i team di medici e infermieri delle Uscar coordinate dall’istituto. Si è realizzato un prototipo della lotta al virus nel momento in cui questo si diffondeva prevalentemente nella cintura dell’area metropolitana”, ricorda Vaia. “Così anche l’intervento immediato nell’aeroporto di Fiumicino è stata la risposta efficace del nostro sistema sanitario regionale al focolaio Bangladesh”.
Tamponi a chi arriva da paesi dove il coronavirus galoppa “ma ovviamente dovremmo essere pronti anche a valle, intervenendo con le nostre squadre, Usmaf e se necessario le Uscar – suggerisce il direttore – Noi siamo pronti anche con i test rapidi ma mi auguro che i governi cooperino per il bene comune e approvino rapidamente protocolli in tal senso, agevolando così anche il traffico aereo in grande sofferenza”.