Endoscopio monouso per bimba immunodepressa, prima mondiale al Gemelli

Un endoscopio monouso è stato impiegato con successo per la prima volta al mondo al Policlinico universitario A. Gemelli Irccs di Roma su una bimba di 7 anni immunodepressa. L’intervento, che elimina il rischio di infezioni, è stato eseguito – dall’équipe della unità di Endoscopia digestiva chirurgica diretta Guido Costamagna, docente di Chirurgia generale all’Università Cattolica, campus di Roma – su una paziente seguita al San Gerardo di Monza con una grave malattia rara. 

 

Gli endoscopi ‘usa e getta’ sono strumenti di ultima generazione, di recente introduzione in clinica e utilizzati finora solo su pazienti adulti. Il loro vantaggio è che non dovendo essere ‘sanificati’ e ‘riprocessati’ non espongono al pericolo di infezioni in una procedura endoscopica. In questo caso è stato utilizzato un inedito modello chiamato ‘Exalt’ . La bimba operata era affetta da un restringimento delle vie biliari che è stato dilatato con questo strumento high-tech. La piccola paziente ricoverata al Gemelli e proveniente dall’ospedale San Gerardo di Monza, ha una rarissima forma di immunodeficienza congenita. 

 

Questa patologia espone la piccola a un altissimo rischio di infezioni. Mentre era in attesa di un trapianto di cellule staminali emopoietiche (trapianto di midollo), la paziente aveva sviluppato una colangite sclerosante primitiva (una malattia delle vie biliari che fanno confluire la bile dal fegato alla colecisti e quindi al duodeno) e un restringimento dello sfintere biliare, da trattare mediante sfinterotomia biliare mediante procedura Cpre (Colangio pancreatografia retrograda endoscopica), cioè un’incisione del punto di sbocco delle vie biliari nel duodeno, che si effettua in endoscopia.  

 

Si tratta di un intervento delicato, ma necessario per prevenire il ristagno di bile nelle vie biliari e dunque una loro possibile infezione (colangite), pericolosissima nella piccola immunodepressa. L’intervento endoscopico è stato effettuato all’inizio di questo mese e la piccola, assistita in collaborazione con i medici dell’unità di oncologia pediatrica del Gemelli, è stata dimessa in ottime condizioni 48 ore dopo il trattamento. 

 

 

“Finora il duodenoscopio monouso Exalt – spiega Guido Costamagna – è stato utilizzato solo su pazienti adulti. Al Gemelli lo abbiamo a disposizione dallo scorso mese di marzo e lo abbiamo utilizzato per trattare due pazienti Covid-19 positivi, nel pieno dell’emergenza pandemica. Per la prima volta al mondo, abbiamo utilizzato questo endoscopio monouso su una bambina di 7 anni, di appena 24 chili di peso. Il duodenoscopio monouso – aggiunge Costamagna – rappresenta uno strumento, ancora costoso, ma sicuramente molto utile in casi selezionati, quali i pazienti immunodepressi. In base alla nostra esperienza, il duodenoscopio Exalt può essere impiegato in sicurezza anche in piccoli pazienti pediatrici”.