“Siamo tornati alla Grande guerra? Cosa ci fa un treno ospedale nella stazione di Greco a Milano?”. E’ la domanda che si sono posti i rappresentanti sindacali di Adl Cobas quando si sono trovati davanti la croce di Esculapio, simbolo internazionale del soccorso, sulla fiancata dei vagoni letto di un convoglio, fermo nella stazione meneghina. Irresistibile la tentazione di scattare una foto. E immediato scatta pure il giallo. A che serve quel treno? Perché si trova lì? In realtà il mistero è presto risolto.  

Si tratta di un “treno sanitario per il trasporto di malati o feriti in caso di necessità, derivanti da situazioni di maxi emergenze” come per esempio quella vissuta nei mesi scorsi con la pandemia di Covid-19, spiegano i promotori del progetto che era vicino all’inaugurazione. Progetto che nasce da una collaborazione fra Ferrovie dello Stato, Protezione civile e Azienda regionale emergenza urgenza (Areu). Ventuno posti letto in tre vagoni, tutti equipaggiabili con strumentazioni di vario livello, fino alla terapia intensiva. Potrà essere usato in varie circostanze estreme, dalle evacuazioni mediche alle emergenze sanitarie o in caso di calamità naturali. “Ci auguriamo – scrive Riccardo Germani di Adl Cobas su Facebook pubblicando le foto del convoglio – che non sia l’ennesimo spreco di soldi che potevano essere utilizzati diversamente. Fermo, come l’ospedale in Fiera Milano City perché è arrivato in ritardo”.  

I promotori del progetto assicurano che non sarà così. “Nessuno spreco – dicono da Areu all’Adnkronos Salute – In realtà tutto quel che c’è dentro viene montato al momento e, quando non serve che il treno parta, quel materiale – che è stato donato – viene usato sui mezzi di soccorso avanzato di Areu. Non resterà certo in un angolo immobilizzato a prendere polvere”. Si tratta di elettromedicali, ventilatori, e attrezzature da terapia intensiva. “Nulla di quel che c’è lì viene lasciato in stand by ad aspettare che venga la pandemia”, garantiscono. La particolarità del progetto, spiega chi ne conosce i dettagli, “è la velocità con cui si può eseguire il passaggio delle attrezzature nel momento dell’emergenza”.  

I mezzi “portano il materiale già strutturato su carrelli per cui il montaggio sarà rapidissimo. E il treno in poco tempo è pronto per partire. In caso di necessità viene portato nella stazione della città in difficoltà e diventa un ‘mini ospedale da campo’ utilizzabile fino a quando l’emergenza non sarà rientrata – spiegano i promotori del progetto – O ancora potrà servire per trasportare altrove i malati”. Come è stato necessario fare nei giorni clou dell’epidemia in Lombardia quando l’ondata di malati Covid aveva messo sotto pressione le terapie intensive della regione e alcuni pazienti furono trasferiti fuori regione e persino all’estero per evitare il sovraccarico dei reparti. Ora si potrà usare questa ‘terapia intensiva’ su rotaia. 

Un treno, concludono gli esperti, “è un mezzo economico. Questo convoglio sanitario può andare sul posto e non c’è bisogno di montarlo. Quando arriva fa le funzioni di ospedale. Va chiarito però che non sono stati spesi soldi di donazioni per poi tenerli immobilizzati”.