di Margherita Lopes
“Gli ultimi dati sono molto incoraggianti in vista della fase 2, ma attenzione a riaprire troppo i rubinetti: c’è il rischio di un ‘effetto Singapore'”. Il monito arriva dal virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco, che all’Adnkronos Salute ricorda come “Singapore avesse controllato molto bene l’epidemia nella prima fase, ma ora si è ritrovata con un’impennata di casi legati ai dormitori che ospitano lavoratori stranieri. I rubinetti – dice il virologo – sono stati aperti troppo, ed evidentemente senza i giusti controlli: nel nostro Paese penso sarebbe opportuna una riapertura a più velocità. Partirebbero prima le regioni in cui la situazione appare sotto controllo, e in un secondo tempo aree come Lombardia e Piemonte, ma anche Marche e Puglia”.
“Mi rendo conto che questo non sarà facile, ma è pressante che a livello territoriale si dimostri la capacità di identificazione e assorbimento dei nuovi casi che potranno manifestarsi con le aperture. ‘Covid free’ al momento è un modo di dire ed è un obiettivo molto difficile”, sottolinea il virologo. Quanto alle scuole, che alcuni Paesi europei come Germania e Francia intendono riaprire, “non sono affatto convinto che sia una scelta giusta. Non è vero – sottolinea il virologo – che i bambini sono immuni o che non trasmettono il virus. Poi c’è il fatto che il ritorno a scuola metterebbe in circolo una massa di persone, tra genitori, insegnanti, addetti, personale. Anche se non è facile far tornare al lavoro i genitori e tenere i bambini a casa, come si fa? Ci sono aspetti sociali di cui tenere conto, e serve una flessibilità che consenta alle famiglie di affrontare la fase 2 senza entrare in crisi”.
Fondamentale, secondo Pregliasco, organizzarsi bene in vista di una seconda ondata di Covid-19: il periodo più temuto è il prossimo autunno-inverno. “Questo virus era sconosciuto e ci ha travolti, ora abbiamo imparato molte lezioni ed è fondamentale farci trovare preparati. Pensiamo alla vaccinazione antinfluenzale e anti-preumococcica per tutti, o almeno per le età più a rischio: non proteggono da Covid-19 ma almeno eviteranno dubbi diagnostici”. Quanto alle molte ipotesi diverse sulla riapertura delle attività dopo il lockdown, a livello regionale ma anche a livello internazionale, “la verità è che non c’è un’indicazione scientifica univoca su come ‘riaprire i rubinetti’. E’ una scelta di responsabilità politica, che per quanto riguarda l’Italia deve essere condivisa con le regioni, per evitare fughe in avanti che possono rivelarsi dannose per tutti. Ne stiamo uscendo – conclude Pregliasco – ma il virus non è sconfitto”.