I raggi ultravioletti possono essere una cura anti Covid? “Non mi risulta siano state ancora validate terapie anti Covid a base di Uv. Va ricordato che gli ultravioletti, che a seconda della frequenza si dividono in UvA, UvB e UvC, sono pericolosi per la salute tanto che ci proteggiamo dai raggi solari con le creme ed esistono normative per limitare l’uso di lampade abbronzanti che l’Oms raccomanda di non utilizzare”. Lo spiega sul ‘Corriere della sera’ Francesco Bochicchio, fisico dell’Istituto Superiore di Sanità, molto scettico sulla possibilità di ricorrere a “una camera elettromedicale” dove irradiare i pazienti per 3 minuti e ottenerne la guarigione. Eppure c’è chi afferma l’utilità di irradiare con ultravioletti i malati di SarsCoV-2.
Ne è convinto l’oncologo Maurizio Pianezza, che anni fa si espresse favorevolmente sul metodo anticancro promosso dal fisiologo Di Bella. Avete mai valutato la sua ipotesi? “Nel centro per la protezione dalle radiazioni e fisica computazionale da me diretto non ce ne siamo mai occupati. In diversi siti, anche a carattere esoterico, dove è riportato il metodo del dottor Pianezza, questo viene descritto tra l’altro come “sinergia tra la geometria sacra e una specifica banda di luce blu ultravioletta UvB”. Tali affermazioni diventano difficilmente verificabili sul piano scientifico”. Anche gli UvB sono pericolosi per l’uomo? “L’effetto cancerogeno degli Uv, inclusi gli UvB, è noto da tempo, sono classificati come agenti cancerogeni certi dall’Oms. Diversi Paesi, per esempio l’Australia, stanno attuando politiche per ridurre l’esposizione agli Uv di origine naturale e artificiale”.
E allora come mai con l’arrivo della pandemia si parla con insistenza dell’effetto positivo degli Uv? “Gli ultravioletti C sono noti da tempo come antibatterici, utili per sanificare attrezzi e ambienti disattivando il virus. Mai però in presenza delle persone. Parliamo di attrezzi e ambienti, non di cura per l’uomo. C’è un proliferare di pubblicità su lampade che producono UvC che dovrebbero essere adoperate solo da operatori esperti e comunque mai davanti a estranei per evitare che i raggi colpiscano occhi e pelle. Alcune lampade – continua l’esperto dell’Iss – producono ozono, che è altrettanto dannoso, e gli ambienti dovrebbero essere ventilati prima di introdurre gli utenti. È una situazione molto pericolosa. Si dicono mezze verità senza dare il giusto risalto ai rischi”.
“Tutti gli Uv hanno effetti cancerogeni a prescindere da come vengono somministrati”, chiosa.