“Stiamo ottenendo dati a tempo record, e si conferma la possibilità che nella prima metà dell’anno prossimo potremmo avere disponibile il primo vaccino efficace, se l’immunità anticorpale non dovesse risultare evanescente”. E’ ottimista Enrico Bucci, ricercatore in Biochimica e Biologia molecolare e professore alla Temple University di Filadelfia, spiegando e commentando, in un lungo post su Facebook, i primi risultati dei vaccini di Oxford e di Pfizer-BionTech in sperimentazione contro Covid-19. Per l’esperto, si tratta di “dati che, lo ripeto, sono convergenti anche da gruppi in competizione fra loro, e quindi probabilmente robusti”.
I dati si aggiungono a quelli già pubblicati sui vaccini di CanSino e Moderna. “A questo punto, quindi, abbiamo 4 vaccini – sottolinea – che dimostratamente inducono nell’uomo la formazione di anticorpi neutralizzanti: 2 basati su adenovirus ricombinante (Cansino e Oxford), 2 basati su Rna messaggero (BionTech-Pfizer e Moderna). I dati sono coerenti nei due gruppi, suggerendo che gli studi siano corretti, e indicano che la risposta indotta con adenovirus è più robusta già dalla prima dose, e potrebbe durare di più; gli effetti collaterali sembrano più lievi nei vaccini a Rna (anche se si parla comunque generalmente di eventi lievi o moderati); i dati ottenuti sugli animali col vaccino di Oxford sembrano indicare che i vaccini ad adenovirus ricombinante (almeno quello) non abbattono il titolo virale nelle alte vie aeree dei soggetti vaccinati e poi infettati”.