(Adnkronos) – I tumori gastrointestinali (Ngi) sono la principale causa di morte per cancro in Europa e una fra le più importanti cause di mortalità in tutti i Paesi del mondo. Colpiscono in ugual misura uomini e donne e, sebbene la prognosi per questi i pazienti sia migliorata negli ultimi anni, ogni anno in Europa migliaia di persone muoiono ancora a causa di queste neoplasie. Attualmente il Vecchio continente rappresenta un quarto dei casi di cancro globali, con tassi destinati ad aumentare di oltre il 24% entro il 2035. E’ quanto è emerso in occasione del convegno ‘Strategie di screening e prevenzione dei tumori digestivi: il Progetto europeo’, promosso a Roma dalla Fondazione per le malattie digestive (Fmd) per illustrare le raccomandazioni europee e le azioni utili da mettere in campo in Italia affinché sia promosso uno stile di vita più sano e siano incentivati programmi di prevenzione. Primi fra tutti gli screening, essenziali per ridurre il peso di queste patologie attraverso il rilevamento di lesioni pre-neoplastiche o neoplastiche in una fase precoce e curabile, fornendo raccomandazioni che aiutino a prendere decisioni informate.
Riguardo al peso sociale dei tumori digestivi – che includono cancro dell’esofago, dello stomaco, del pancreas, del fegato, dell’intestino tenue o del colon – i numeri parlano chiaro: circa un quarto di tutti i casi di cancro nel mondo viene diagnosticato e trattato in Europa. Nel nostro continente – è emerso dall’incontro – i tumori dell’apparato digerente rappresentano la principale causa di mortalità: sono infatti circa 350mila i decessi all’anno per neoplasie di colon retto, stomaco, fegato e pancreas. In Italia il quadro epidemiologico descritto non si discosta in modo significativo: il cancro colorettale è la seconda causa di cancro nelle donne; l’epatocarcinoma uccide 80mila persone ogni anno, oltre l’80% dei tumori del pancreas è incurabile. E sebbene ci si aspetti nei prossimi 20 anni un aumento dell’incidenza del cancro gastrico, ci sono elementi che fanno ritenere possibile una riduzione della mortalità. Ad esempio, se il 90% dei casi di cancro gastrico è correlabile all’infezione da Helicobacter pylori, evidenze scientifiche suggeriscono la possibilità di una riduzione della mortalità per cancro gastrico eradicando l’H. pylori, rimarca la Fmd.
Inoltre, la partecipazione alle procedure di screening di massa non è ancora soddisfacente. E’ da ritenere – secondo gli esperti – che si debbano sottoporre a screening i soggetti ad alto rischio, da calcolarsi sulla base di parametri ambientali, genetici, personali e clinici. In Europa, infatti, la maggior parte dei casi di epatocarcinoma è diagnosticata in fase avanzata, ma bisognerebbe intervenire prima. In alcuni Paesi, come ad esempio il Giappone, i programmi di screening hanno consentito aumenti fortemente significativi della sopravvivenza a 5 anni. Inoltre, vista la stretta relazione fra epatopatie croniche ed epatocarcinoma, per la Fmd bisognerebbe implementare le campagne di screening su popolazioni mirate. Per il cancro del pancreas, infine, poiché a oggi non è pensabile alcuna strategia di screening, un miglioramento potrebbe essere realizzato grazie a una più efficace sorveglianza di soggetti a rischio e alla ricerca di biomarcatori più affidabili.
Ecco perché – raccomanda la Fmd – sarà necessario produrre programmi ben disegnati di screening per H. pylori su base ragionale e promuovere la ricerca di biomarcatori per l’individuazione di soggetti a maggior rischio. Ma anche espandere politiche di screening di massa per il cancro del colon retto e promuovere la ricerca per valutare le diverse metodologie di screening e di algoritmi che consentano di valutare il rischio individuale. Sarà inoltre necessario implementare programmi di screening su popolazioni di pazienti epatopatici ad alto rischio e perfezionare procedure di screening per cirrosi epatica, contribuendo a migliorare la diagnosi precoce del tumore del fegato. Infine, la Fmd raccomanda di promuovere la ricerca per l’identificazione di screening biomarker per cancro del pancreas, che abbiano elevata accuratezza e un buon rapporto costo-efficacia.
La Fondazione malattie digestive lancia un appello alle istituzioni, ritenendo essenziale che tutti gli stakeholder coinvolti nella prevenzione e nella gestione delle patologie di ambito gastroenterologico italiano affrontino con determinazione il progetto di screening sia per quanto riguarda quelli già esistenti sia per ampliare le possibilità di diagnosi precoce, focalizzando l’attenzione sulla popolazione maggiormente a rischio e garantendo l’accesso a tali screening nei Livelli essenziali di assistenza (Lea).
Un’ultima raccomandazione che arriva dalla Fmd è sugli stili di vita: abitudini inappropriate, come una dieta ricca di alimenti trasformati, fumo e consumo di alcol e malattie legate a stili scorretti, come l’obesità, o alcune infezioni croniche come le epatiti B e C sono collegati allo sviluppo di Ngi. Promuovere l’adozione di scelte di vita sane è quindi fondamentale per ridurre il rischio individuale di sviluppare un tumore gastrointestinale. Ciò – conclude la Federazione – può essere ottenuto attraverso l’introduzione di politiche per limitare il consumo di fast food, l’assunzione di alimenti trasformati e ultra-trasformati e il fumo di sigaretta.