E’ unanime dagli addetti ai lavori l’indicazione che sia ‘troppo presto’ per la ripartenza dei set cinematografici e di fiction tv e che per ricominciare a girare, in ambienti dove l’assembramento è una cifra comune, sia necessaria la stesura di specifici protocolli di sicurezza: il traguardo che si è data la categoria dei produttori cinematografici e televisivi è quello, già abbastanza ‘sfidante’, di ricominciare a girare per il mese di giugno. Proprio per questo sono già in vista le riunioni per la stesura dei protocolli sicurezza tra associazioni datoriali, sindacati e Regione Lazio, che in precedenza aveva annunciato da oggi, lunedi’ 4 maggio, la possibilità di ricominciare le riprese del lavoro cinematografico sui set.
Secondo quanto apprende l’Adnkronos si terrà entro questa settimana una riunione in videoconferenza tra Regione e i produttori televisivi e cinematografici di Apa e Anica proprio per entrare nel merito delle problematiche: questo avverrà sia per quanto attiene il protocollo sanitario generale della Regione e sia per quello più specifico predisposto unitariamente dalle stesse associazioni insieme ai produttori esecutivi di Ape.
Intanto sul fronte delle produzioni per la Rai la richiesta a Viale Mazzini, sempre secondo quanto si apprende, è quella di non introdurre nuovi emendamenti relativi al Covid-19 nei prossimi contratti. Uno dei principali problemi, ad oggi, è infatti l’assicurazione sui danni legati al coronavirus: per ora le imprese assicurative sarebbero orientate a non coprire tali costi e questo per un set di una certa rilevanza è senz’altro un problema.
E si arriva alla richiesta che i produttori faranno al Mibact sul tax credit, il meccanismo secondo cui una serie di spese sostenute per le produzioni possono essere detassate: il ministero ha comunicato di avere riaperto la finestra per le produzioni realizzate nel 2019 o cominciate ed interrotte che non hanno potuto accedere alla prima finestra; l’obiettivo dei produttori è di ampliare e rendere disponibile al più presto le risorse destinate a sostenere le produzioni che hanno più sofferto della pandemia, quelle del 2020 in piena crisi da Covid-19.