di Antonella Nesi
L’attore statunitense Patrick Dempsey, l’indimenticabile Derek Shepherd nella serie tv ‘Grey’s Anatomy’, e Alessandro Borghi, uno degli attori italiani più acclamati negli ultimi anni (da ‘Suburra’ al film su Stefano Cucchi), sono i ‘Diavoli’ finanziari dell’omonima serie in dieci puntate che debutta il 17 aprile su Sky Atlantic, Sky Q e Now Tv, tratta dal best seller ‘I diavoli’ di Guido Maria Brera (edito da Rizzoli), prodotta da Sky e Lux Vide e realizzata in collaborazione con Sky Studios, Orange Studio e Ocs. “Mi è piaciuta questa storia, la sceneggiatura è avvincente e mi piaceva l’idea di lavorare in Europa. Sono molto fiero del risultato finale”, ha detto Dempsey, collegato dagli Usa alla conferenza stampa ‘da remoto’ organizzata per il lancio della serie, sceneggiata dallo stesso Brera con Alessandro Sermoneta, Mario Ruggeri, Elena Bucaccio, Chris Lunt, Michael Walker, Ben Harris, Daniele Cesarano, Ezio Abate e Barbara Petronio, con la consulenza di Frank Spotnitz. La stessa squadra che sta già lavorando alla scrittura della seconda serie “che partirà da una Milano deserta per il coronavirus, per poi raccontare un lungo flashback sulla Brexit”, ha annunciato Nils Hartmann, direttore delle produzioni originali di Sky Italia.
Alla regia di ‘Diavoli’ ci sono Nick Hurran (Sherlock, Doctor Who, Fortitude, Altered Carbon) e Jan Maria Michelini (I Medici, DOC- Nelle tue mani), dietro la macchina da presa rispettivamente dei primi cinque e degli ultimi cinque episodi della serie. “La prima serie racconta gli anni 2010-2011 – ha sottolineato Michelini – e di come chi è responsabile della finanza in situazioni di crisi può decidere se aiutare o infierire. C’è molto realismo nella serie. Una storia di fiction intrecciata con fatti reali. E per rendere ancora più forte il rapporto con la realtà abbiamo inserito schegge di news dell’epoca”. Ma la serie, “nel cuore resta un thriller, pur su una storia che è successa davvero: la lotta finanziare tra le potenze europee”, ha aggiunto Hurran.
La storia della serie che prende il via venerdì ruota attorno al profondo legame tra i due protagonisti: da un lato l’italiano Massimo Ruggero (interpretato da Alessandro Borghi), perfetto esempio di self-made man che dopo una rapidissima carriera cominciata dal basso è diventato lo spregiudicato e geniale Head of Trading di una delle più importanti banche di investimento del mondo, la New York – London Investment Bank (NYL); dall’altro Dominic Morgan (interpretato da Patrick Dempsey), americano, fra gli uomini più potenti della finanza mondiale, Ceo della banca e mentore di Massimo. “All’inizio – ha confessato Borghi – avevo una paura importante di affrontare questa serie: la lingua, la finanza… Ma la mia fortuna è stata la compagnia buona, tutti professionisti di massimo livello con cui mi sono trovato benissimo. E non vedo l’ora di conoscere il feedback degli spettatori”.
E se il feeling tra Dempsey e Borghi sul set è stato “ottimo”, il sodalizio tra i due protagonisti nella fiction inizierà a sgretolarsi quando, a causa dei segreti di Dominic, Massimo si troverà coinvolto in una guerra intercontinentale nascosta dietro ad eventi apparentemente slegati come lo scandalo Strauss-Kahn, la guerra in Libia e la crisi europea. Una guerra silenziosa, combattuta sotto ai nostri occhi attraverso l’arma più potente di tutte: la finanza. Massimo dovrà scegliere: continuare a fidarsi del suo mentore o provare a fermarlo? La posta in gioco è la vita di milioni di persone.
E inevitabilmente nell’incontro con la stampa si è parlato delle analogie con l’attuale crisi mondiale dovuta alla pandemia di coronavirus: “La vera critica in questa serie, che racconta i dilemmi della finanza, è rivolta alla politica degli ultimi 30 anni. In questa pandemia il ruolo dello Stato viene fuori in tutta la sua necessità, mentre negli ultimi decenni di è stato sempre detto di lasciar fare al capitale. Questa crisi sanitaria è la Cernobyl della globalizzazione”, ha sottolineato Brera.
Sulla stessa lunghezza d’onda Dempsey: “La crescita che abbiamo visto fino ad ora non è più sostenibile. Il fine giustifica davvero i mezzi? Io credo che tutto quello che viene da intenzioni egoistiche ti porta a pagare un prezzo alto prima o poi”, ha detto l’attore americano. E anche per Borghi “è giunto in momento di abbandonare la rincorsa al successo a tutti i costi, forse – ha aggiunto – è il momento buono per fermarsi un attimo. A volte è meglio fare un passo indietro ed essere sicuri di non aver fatto male a nessuno e al pianeta”.
Accanto a Borghi e a Dempsey, la terza protagonista è Kasia Smutniak, che interpreta Nina, l’aristocratica, sofisticata e determinata moglie di Dominic Morgan, al quale è unita da sentimenti, interessi e da un dolore che non passa. “Guardando la serie – ha detto Smutniak – sono sicura che anche chi non si è mai appassionato alla finanza riuscirà a rivivere alcuni passaggi cruciali della storia degli ultimi anni e magari dargli una lettura diversa”, ha aggiunto l’attrice che ha detto di sperare “che quello che stiamo vivendo in questi mesi possa servire a qualcosa per il futuro”.
“Abbiamo fortemente voluto che questa serie fosse accessibile a tutti, intrigante anche nel parlare di finanza”, ha sottolineato Luca Bernabei, ad di Lux Vide. “Abbiamo preso fatti reali per raccontare un thriller intrigante”, ha aggiunto Bernabei. E così sarà anche nella seconda serie, che partirà con i due protagonisti che si incontrano in una Milano deserta per il coronavirus e proseguirà raccontando l’Europa della Brexit”, ha detto Hartmann. “Non potevamo raccontare questa fase, perché non sappiamo come andrà a finire”, ha concluso.
Oltre ai tre protagonisti, nel cast della prima serie anche Laia Costa, Malachi Kirby, Paul Chowdhry, Pia Mechler e Harry Michell, Sallie Harmsen, Lars Mikkelsen e Lorna Brown.