Sono 10 le persone morte a causa della fuga di gas stirene in una fabbrica chimica situata nel sud dell’India, nello stato dell’Andhra Pradesh, alla periferia della città costiera di Vishakhapatnam. Tra i morti anche una bambina di otto anni.
Ad aggiornare il bilancio sono state le autorità locali, citate dal Times of India, spiegando che circa cinquemila persone hanno subito gli effetti della fuga dello stirene, una neurotossina in grado di immobilizzare una persona in pochi minuti e che ad alte concentrazioni può risultare letale.
Il chief minister dell’Andhra Pradesh, YS Jaganmohan Reddy, ha annunciato che si recherà nella città di Vishakhapatnam, dove si trova la fabbrica di proprietà della sudcoreana LG Polymers, per verificare la situazione. ”Si è trattato di un incidente”, ha detto il capo della polizia locale.
L’incidente è accaduto alle 2.30 di questa mattina (ora locale). Il commissario di polizia Rajeev K Meena ha spiegato che la nuvola di gas tossico si è diffusa in un raggio di almeno tre chilometri attorno alla fabbrica.
La televisione ha mostrato donne e uomini svenuti per la strada, oltre ad animali con la schiuma alla bocca.
La fuga di gas è stata interrotta e sulle cause è stata aperta una inchiesta, ha spiegato Meena. Le autorità locali hanno chiesto ai cittadini di restare a casa e di utilizzare maschere o indumenti per coprirsi il viso nelle zone maggiormente colpite. Inoltre la polizia ha cercato di evacuare il maggior numero di persone possibile vicino alla fabbrica, passando di casa in casa.
La fabbrica era stata chiusa a fine marzo nel rispetto delle misure di lockdown messe in atto dal governo di Nuova Delhi per contenere la diffusione del coronavirus nel Paese, ma aveva riaperto i battenti ieri in seguito alla decisione di allentare le restrizioni.