Svizzera allenta restrizioni ingressi dall’11 maggio

A partire dal prossimo 11 maggio verranno allentate progressivamente le restrizioni d’entrata nella Confederazione Elvetica. Lo ha deciso oggi il governo svizzero, aggiungendo che i controlli alle frontiere rimarranno ancora in vigore. Verranno tuttavia aperti ulteriori valichi di frontiera, ad esempio in Ticino già da lunedì prossimo, per ridurre i tempi d’attesa. 

Inizialmente saranno trattate le domande di permesso di dimora o di permesso per frontalieri ancora pendenti, presentate prima dello scorso 25 marzo, di lavoratori provenienti dall’area UE/Associazione europea di libero scambio (Aels) e da Stati terzi, nonché le domande di assunzione di cittadini di Stati terzi presentate prima del 19 marzo 2020. 

Inoltre, sempre dall’11 maggio, sarà nuovamente possibile per i cittadini svizzeri e dell’UE il ricongiungimento familiare nella Confederazione. “Abbiamo molte richieste da parte di coppie non sposate e partner non registrati. In questi casi non sarebbe possibile un ricongiungimento in Svizzera, ma ovviamente ci sono casi di rigore, ad esempio se ci sono figli o problemi di salute. La norma, tuttavia, è molto restrittiva se non si è sposati o partner registrati”, ha indicato oggi in conferenza stampa il direttore della Segreteria di Stato della migrazione (Sem), Mario Gattiker. 

“Per il Consiglio federale la massima priorità è quella di tutelare la popolazione svizzera dalla diffusione del coronavirus”, ha spiegato dal canto suo Karin Keller-Sutter, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (Dfgp), ricordando il senso delle severe restrizioni d’entrata in vigore dal 25 marzo. “Un allentamento graduale delle restrizioni d’entrata consente di valutare l’effetto delle singole decisioni e di stabilire come procedere nelle fasi successive alla luce degli sviluppi epidemiologici e del mercato del lavoro”, ha aggiunto Keller-Sutter. 

Inoltre, “le nuove notifiche per prestazioni di servizi transfrontaliere saranno trattate secondo le consuete prescrizioni dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone”. Ciò, viene precisato, solo se la fornitura del servizio si basa su un contratto scritto stipulato prima dello scorso 25 marzo. Ad esempio, ha precisato Keller-Sutter, un installatore italiano potrà montare in un’azienda elvetica un macchinario che era già stato ordinato. 

Sarà inoltre consentita l’entrata in Svizzera ai lavoratori provenienti da Stati terzi – già titolari di un permesso per esercitare un’attività lucrativa nella Confederazione – che non hanno potuto ottenere il visto a causa delle restrizioni. Per il momento restano in vigore tutte le altre limitazioni in materia di migrazione, con la possibilità di modifiche dal prossimo 8 giugno, che verranno ancora discusse con i Cantoni e le altre parti interessate, ha spiegato la consigliera federale. 

“A causa delle limitazioni imposte da diversi Paesi non sappiamo ancora se sarà possibile fare vacanze all’estero questa estate”, ha detto Keller-Sutter, sollecitando la popolazione elvetica a trascorrere le vacanze all’interno della Confederazione anche per sostenere il settore turistico gravemente colpito dalla situazione. 

La ministra ha chiarito che i cittadini svizzeri possono entrare e uscire dalla Confederazione in qualsiasi momento. “Ma la questione cruciale è se sia permesso loro di entrare nell’altro paese”, ad esempio quelli confinanti. Se un Paese continua ad allentare le misure, mentre uno Stato limitrofo non lo fa, è ovvio che da un lato non si voglia favorire il traffico transfrontaliero, ha spiegato Keller-Sutter. 

LE MISURE – E ancora: i ristoranti potranno tornare ad accogliere clienti, a severe condizioni, il prossimo 11 maggio, ha deciso oggi il governo svizzero, federale, anticipando inoltre alla stessa data la riapertura di musei e biblioteche. “Avanziamo più in fretta di quanto annunciato, ma non siamo nell’approssimazione”, ha sottolineato il ministro Berset. Il governo aveva già fissato e mantiene per l’11 maggio la riapertura dei negozi, dei mercati e delle scuole dell’obbligo. Il settore della ristorazione aveva manifestato un profondo malumore per non essere stato, fino all’ultima seduta del Consiglio federale, menzionato nella strategia di deconfinamento graduale. Solo il “ministro” dell’economia Guy Parmelin, in interviste alla stampa domenicale dieci giorni or sono, aveva menzionato una possibile riapertura “nelle prossime settimane”. 

“Sappiamo che i ristoranti sono in difficoltà”, ha detto oggi in conferenza stampa Berset, responsabile della salute pubblica. Come per gli altri settori che hanno dato avvio al deconfinamento anche i singoli locali pubblici dovranno disporre di un concetto di protezione, volto a impedire la diffusione del coronavirus. Il Consiglio federale ha fissato le condizioni minime: saranno ammesse a un tavolo al massimo quattro persone o due genitori accompagnati dai propri figli, anche se più di due. Tutti i clienti dovranno essere seduti e tra i diversi tavoli dovrà essere mantenuta una distanza di due metri o dovranno essere posti elementi di separazione, ha spiegato il capo del Dipartimento federale dell’interno (Dfi), negando che il governo si sia piegato a pressioni del settore della ristorazione.  

Berset ha anche indicato che le grandi manifestazioni di oltre 1000 persone saranno vietate fino alla fine di agosto. Questa scadenza è stata scelta per garantire un certo coordinamento con i paesi vicini e per offrire sicurezza di pianificazione agli organizzatori. Il 27 maggio, quando il governo si esprimerà sulla successiva fase di deconfinamento, si deciderà anche quando saranno nuovamente consentite manifestazioni con meno di 1000 persone. 

In materia di tracciamento il governo svizzero oggi ha adottato un piano di contenimento del Covid-19. Non appena il numero di nuove infezioni sarà diminuito a sufficienza, i Cantoni dovranno nuovamente ricostruire in modo capillare le catene di trasmissione (tracciamento dei contatti) per individuare il prima possibile le persone infette e garantire che tutte quelle con sintomi possano essere testate e non, come finora, soltanto quelle particolarmente a rischio. Le persone che risultano positive al test saranno isolate e quelle che hanno avuto contatti con loro saranno informate e dovranno osservare un periodo di quarantena. Parallelamente il governo prosegue le discussioni su un’applicazione mobile (app) di tracciamento. Questo strumento va considerato complementare alla ricostruzione delle catene di contatto e non la sostituisce, ha sottolineato il capo del Dfi. 

Come già noto, l’11 maggio i bambini delle scuole elementari e medie torneranno a scuola. I piani di protezione sono stati elaborati dall’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) in collaborazione con la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE). Il 27 maggio saranno adottate misure ad esempio per le scuole di grado secondario II (di livello liceale), su cerimonie religiose e impianti di risalita.