di Elena Davolio
I fedeli potranno tornare a fare comunità in chiesa dal 18 maggio. La scelta di riaprire le messe al popolo è caduta su un lunedì, giorno feriale, dunque più facilmente gestibile. Le regole a cui ci si dovrà attenere coniugano la primaria esigenza del rispetto della salute e la praticabilità per tutte le parrocchie. Le norme sono grossomodo quelle che già si stanno sperimentano per i funerali che si celebrano da lunedì scorso. Anche per le messe aperte ai fedeli non è previsto il termoscanner ma si raccomanda ai fedeli con sintomi influenzali di rimanere a casa, chiesa off limits per chi ha più di 37.5 o per chi è stato a contatto con malati di coronavirus. Nel Protocollo firmato stamani dalla Cei in accordo col governo si prevedono “dispense dal precetto festivo per motivi di età e di salute”, consigliabile la continuazione delle messe in streaming per gli ammalati e per gli anziani a rischio contagio.
Obbligo di mascherina per celebranti e fedeli. L’ingresso in chiesa dovrà naturalmente essere contingentato, perciò il Protocollo prevede la possibilità di più celebrazioni; all’ingresso volontari rigorosamente riconoscibili e muniti di tutte le precauzioni del caso controlleranno accesso in chiesa e uscita che dovranno essere diversi. Acquasantiere vuote, all’ingresso invece ci dovrà essere gel igienizzante per i fedeli chiamati a mantenersi a distanza di sicurezza. Niente scambio della pace naturalmente. Al momento della comunione, il sacerdote, previa igienizzazione delle mani, dovrà consegnare l’ostia senza toccare le mani dei fedeli. Si chiede la predisposizione di luoghi appositi in chiesa per accogliere i disabili e laddove ci siano chiese molto piccole tali da non garantire le norme per la salvaguardia della salute, si caldeggia la celebrazione in luogo aperto.