“Io non sono un medico, la mia esperienza viene dal mio lavoro. Le misure le devono dare coloro che ne hanno le competenze, tuttavia non si capisce perché in alcuni posti si può stare a un metro di distanza e in spiaggia, invece, ne servono dieci”. A domandarselo è Fabrizio Pagliarani, presidente del Consorzio operatori balneari di Rimini, alle prese, come tutti in Riviera, con il tema della riapertura. “Ormai se ne parla fin troppo – allarga le braccia, parlando all’AdnKronos – siamo diventati tutti virologi”.
Tra le questioni sul tavolo, nel Risiko relativo alla riapertura delle spiagge, non c’è solo il ‘quando’, ma anche il ‘come’. La sicurezza, sottolinea Pagliarani, “viene prima di tutto, ma le persone stanno uscendo da una situazione di disagio e in spiaggia vogliono venire a distrarsi un po’, non possiamo trasformare gli stabilimenti in ospedali, con misure troppo rigide, altrimenti non è una vacanza ma un incubo”.
“Certo che servono delle prescrizioni – conferma il presidente del Consorzio operatori balneari di Rimini – ma vediamo adesso che in città la gente passeggia, le persone sono molto civili e corrette e sarà quello che dovrà succedere in spiaggia. Il tema delle distanze non si discute, ma bisogna che tutti siamo trattati allo stesso modo: se per strada posso stare a un metro e mezzo, perché in spiaggia servono 10 metri? Due metri posso capirli, e certo, l’ombrellone con lettino dovrà avere uno spazio più grande, non vogliamo mettere in fila le sardine e certo non possiamo calcolare la gittata dello starnuto di ciascuno. Servono spazi congrui, magari tre o quattro metri, lo spazio per girare un lettino”.
Il punto, spiega Pagliarani, “è che se le distanze le creano le dimensioni delle spiagge, cioè spiagge più grandi lettini più lontani e spiagge più piccole lettini più vicini, non parliamo più di sicurezza ma diventa una questione commerciale, si creano delle differenze tra spiagge”.
“Non sono un medico e non ho la competenza per dire quale sia la giusta distanza – ribadisce Pagliarani – ma sarà bene che lo si stabilisca in fretta: il tempo sta finendo, il nostro è un lavoro stagionale quindi le prescrizioni devono arrivare subito. E noi le rispetteremo”. I balneari sperano anche che presto possa venire allentata un’altra restrizione, quella che impedisce alle persone di spostarsi tra le regioni: “Anche questo ha un forte peso sul nostro lavoro”.
Cautela, invece, per quanto riguarda la data della riapertura: “Riaprire le spiagge l’1 giugno piacerebbe a tutti e noi siamo romagnoli, siamo pronti a qualsiasi sfida – assicura il presidente del Consorzio operatori balneari di Rimini -. Ma il concetto è un altro: dobbiamo poter riaprire in sicurezza o rischiamo di dover chiudere tra un mese. Meglio aspettare 10 giorni in più, allora, che rischiare di perdere la stagione”.
“Io aprirei anche il 15 giugno se poi fossi sicuro che la stagione andrà bene – ragiona Pagliarani -. Certo, sono sicurezze che non può darci nessuno, però io cercherei di non avere troppa fretta. Capisco i miei colleghi, il nostro lavoro è breve e stagionale e capisco le esigenze di tutti, ma non facciamo l’errore di partire senza sapere. E speriamo davvero di rivederci tutti presto sulle spiagge di Rimini”.