Silvestri: “Covid in ritirata ma rischio inversione trend”

“Continua la grande ritirata di Sars-CoV-2 dall’Italia”, osserva dagli Usa il virologo Guido Silvestri, commentando su Facebook gli ultimi dati dei contagi nel nostro Paese. Nel primo giorno della fase 2, però, lo scienziato avverte: “Barra dritta e avanti tutta, ma con grande attenzione perché con la riapertura parziale di oggi aumentano i rischi di invertire questa tendenza”.  

“E’ calato il numero totale dei ricoveri in terapia intensiva (ventunesimo giorno consecutivo, da 1.539 a 1.501 unità) – osserva il docente della Emory University di Atlanta nelle sue ‘Pillole di ottimismo – L’ottimismo che viene dalla conoscenza’ su Facebook – così come il numero dei ricoveri ospedalieri (da 17.357 a 17.242), e si è anche abbassato il numero dei decessi (174 unità, il valore più basso da ben 53 giorni). 

“Dopo aver spaventato mezzo mondo con la storia dei pazienti guariti che si riammalavano, i ricercatori coreani hanno ora specificato con grande chiarezza non solo che non si tratta di re-infezioni (per definire le quali occorrono criteri ben precisi che abbiamo discusso molte volte) o tantomeno di ‘seconda malattia’, ma che si tratta semplicemente di falsi positivi al test PCR sul tampone (vedi link qui sotto)”, si legge ancora.  

“Aggiungo due parole sui casi di persistente positività alla PCR che mi vengono segnalati dall’Italia. In assenza di un test di virologia classica che ci dica che il virus è ‘replication-competent’ (cioè vivo e vegeto), la persistente positività del tampone in assenza di sintomi potrebbe essere causata, come nello studio coreano, da frammenti morti’ di virus in cellule della mucosa respiratoria (a volte anch’esse morte)”, sottolinea aggiungendo: “In questo senso ricordo che il turnover delle cellule dell’epitelio respiratorio – che per la maggior parte sono le cosiddette cellule “ciliate” – è stimato in 30-50 giorni (Crystal RG et al., Airway Epithelial Cell. Proc Am Thorac Soc. 2008; 5:772-7) e quindi è possibile che il meccanismo descritto sopra possa spiegare positività asintomatiche alla PCR di durata fino a 6-7 settimane”. “Precisiamo che se questo si conferma essere il meccanismo del test PRC positivo, i soggetti ‘positivi persistenti’ al tampone NON sarebbero in grado di contagiare altre persone – ma prima di arrivare a questa rassicurante conclusione bisognerà fare più studi comparativi di PCR e isolamento virale classico in questi casi”, afferma. 

“Non voglio entrare troppo in dettagli tecnici, ma alcuni risultati preliminary che vengono sia dalla Cina che dal Northwell Hospital di New York metro area sembrano suggerire che un farmaco inibitore del recettore H2R (histamine-2-receptor), la Famotidina, comunemente usato contro l’ulcera gastrica e i bruciori di stomaco, potrebbe ridurre i sintomi sistemici di COVID-19 – fa sapere ancora il virologo – Tra poche settimane saranno pronti i risultati di uno studio condotto da Kevin Tracey, presidente del Feinstein Institutes for Medical Research (Northwell Health) in New York City, che ha incluso oltre 1.100 pazienti. State sintonizzati e non appena possibile vi racconterò come sono andate le cose”.