“Se dovessimo semplicemente guardare i numeri, è difficile immaginarsi un’accelerazione nella scomparsa del coronavirus” Sars-CoV-2. “Io credo che un aumento dei casi sia molto probabile. E’ chiaro che l’aumentato numero di flussi umani – persone che escono, riprendono il lavoro, si incontrano al lavoro e tornano a casa – aumenta il rischio. Se riusciremo a gestire questa situazione dipende dalla combinazione di due fattori: cittadini e soprattutto aziende responsabili, e un sistema sanitario che risponde velocemente”. E’ la visione dell’epidemiologo Pierluigi Lopalco, professore di Igiene generale e applicata all’università di Pisa.
“Se nelle prossime settimane non osserveremo una frenata, ma addirittura un aumento dei casi – spiega all’Adnkronos Salute – significa che non si è riusciti ad accompagnare questa fase. Spero che sia il sistema sanità sia il sistema Paese, quindi cittadini e aziende, possano gestire in maniera efficace” la fase 2. “Non è scontato – riflette il responsabile del Coordinamento per le emergenze epidemiologiche della Regione Puglia – Questa è una fase di stretto monitoraggio e osservazione”.
Un ‘pronostico’ sul rischio contagio? “Sono moderatamente pessimista, o meglio realista. In qualche regione un lieve aumento me lo aspetto – dice Lopalco – Una visione realistica della situazione è questa. Non spaventiamoci a priori. Dobbiamo confidare che la situazione sia tenuta sotto controllo. Certo ora non possiamo più permetterci di lasciare le persone con sintomi senza diagnosi e senza metterle in isolamento”.
Se ci sarà stato un aumento dei casi, prosegue Lopalco, “si vedrà a fine maggio, non prima di allora. Un grosso interrogativo sono le regioni del Sud che, non avendo avuto un’ondata pandemica importante, hanno quasi tutta la popolazione suscettibile” a un’eventuale infezione e “possono quindi avere un aumento di casi. Sono quelle più a rischio e il problema non sono tanto le uscite all’aria aperta, ma gli assembramenti, i capannelli e soprattutto le riunioni di famiglia in un ambiente chiuso. Sicuramente cittadini – e aziende – sono fattori cruciali” per la riuscita della fase 2.
Altro nodo cruciale è la capacità di risposta della sanità, continua Lopalco. Siamo arrivati pronti all’atteso 4 maggio? “Adesso – ragiona l’esperto – la fase di monitoraggio è in piedi. Da un punto di vista strettamente tecnico abbiamo indicatori che andranno a misurare il nostro sistema in termini di capacità di risposta. E’ chiaro che qualunque processo è migliorabile”. Ma qualcosa è cambiato rispetto a quando tutto è cominciato: “Se guardiamo bene – osserva – oggi il nostro sistema ospedaliero è enormemente più robusto, anche la capacità diagnostica e di terapia è superiore rispetto a due mesi fa. E questo ci fa ben sperare di essere in grado di affrontare meglio questa fase”.
Insomma, “aspettarsi che non si siano aumenti di casi non è realistico. Dobbiamo confidare che la situazione sia tenuta sotto controllo. Anche in Puglia, dove i numeri” dei contagi “non sono alti, dobbiamo mantenere un’estrema cautela. In molti comuni il virus circola”. Quanto al contributo che potrà dare un’App, a cui tutti guardano con attesa e speranza per la fase 2, “ne abbiamo fatto a meno finora, possiamo continuare aspettando che sia pronta. E’ molto probabile però – conclude Lopalco – che quando arriverà sarà un aiuto”.