Dal triage ai tamponi anche sugli asintomatici, al policlinico Gemelli di Roma sono ben 3 i filtri anti-Covid. “Il problema, in fase di riapertura, è come fare a evitare che pazienti a rischio di essere Covid-positivi entrino in ospedale: siamo tutti coscienti che queste persone asintomatiche e inconsapevoli possono essere attorno a noi e le due vie di ingresso al nostro ospedale sono pronto soccorso e accettazione elettiva di oncologia e di urgenza di classe A. Ecco a questi diversi livelli noi applichiamo tre ‘filtri’, rappresentati da un triage accuratissimo, dal test Point-of-care e poi dal tampone”. A spiegarlo all’Adnkronos Salute è il Professor Antonio Gasbarrini, Ordinario di Medicina interna e Gastroenterologia all’Università Cattolica e direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma, dove sono stati già effettuati esami “su 1000 pazienti nel giro di una decina di giorni, con un 1% di positività a Covid-19 rilevato”.
“Un ospedale come il nostro – ricorda – a pieno regime conta 400-450 accessi al giorno. Ora le cifre si aggireranno attorno a 200-250 al giorno. E’ comunque un rischio enorme, contro il quale abbiamo agito in maniera robusta: concettualmente basta un paziente Covid asintomatico che entra in un ospedale per infettare operatori sanitari, pazienti, e far ripartire tutto il giro del virus. Quindi la nostra policy a tutela degli utenti e del personale è quella della massima tutela”.
“Facciamo test – spiega – sia nel pronto soccorso sia in accettazione elettiva. In queste due vie d’accesso controlliamo tutti coloro che si ricoverano innanzitutto con un triage molto stretto: grazie anche all’esperienza che abbiamo accumulato con il Columbus Covid Center, accertiamo in modo rigoroso che i pazienti non abbiano sintomi, che non abbiano avuto contatti con casi positivi, insomma un’anamnesi mirata a evitare di portare dentro l’ospedale pazienti con sintomatologia”.
“In casi sospetti – prosegue – procediamo col tampone e se necessario mandiamo i pazienti in valutazione. Tutti coloro che passano il triage eseguono invece il test ‘point of care’, esame rapido sul sangue con risposta immediata su Igg e Igm, e contestualmente tutti fanno anche il sierologico su Igg e Iga. Per la massima sicurezza, nel caso un paziente risulti ‘point of care’ positivo, lo facciamo sostare in attesa del tampone in un reparto ‘buffer’, in una camera singola controllata da personale adeguatamente protetto. Se poi il tampone è positivo, il paziente va alla Columbus o al Marriott. Se negativo, può essere ricoverato in reparto”.
“Questi diversi filtri – evidenzia – sono stati studiati per garantire la massima sicurezza a tutela di pazienti e sanitari. E grazie a questo abbiamo verificato che l’1% dei pazienti all’accettazione ordinaria era positivo. Si parla di 10 persone che abbiamo evitato arrivassero nei reparti. E c’è anche un filtro in più: al pronto soccorso quando arriva un paziente point of care negativo che però ha la febbre, gli facciamo anche una Tac torace. Fino a quattro livelli sicurezza, dunque, grazie ai quali il Gemelli, anche se fa parte degli ospedali Covid free, avendo anche una parte dedicata al coronavirus, va oltre questa denominazione, che non può includere gli asintomatici”.
“Siamo stati i primi – afferma Rocco Bellantone, direttore del governo clinico della Fondazione policlinico Gemelli Irccs di Roma e responsabile del progetto Columbus Covid 2 – a decidere di eseguire tamponi su tutti i pazienti che vengono ricoverati. Si tratta di una garanzia in più per la sicurezza dei nostri malati, perché fra questi potrebbero esserci persone asintomatiche che altrimenti sarebbero potute diventare untrici. In questo modo intercettiamo i positivi e se c’è indifferibilità del ricovero questi pazienti vengono spostati al centro Covid Columbus, mentre in caso contrario sono rimandati a casa” e seguiti dalle autorità sanitarie. “Intercettando possibili pazienti asintomatici – ribadisce – si riducono le possibilità di diffusione del coronavirus in ospedale, con un aumento del livello di sicurezza per tutti”.