“Un invito alla riflessione verso quel mondo di comandanti e non che strizza l’occhio più agli interessi personali che alla comunità”. Adriano Celentano commenta così a Telepace la preghiera per la grazia della creatività che il Papa ha pronunciato lunedì scorso a Casa Santa Marta citando l’esempio degli artisti. Un richiamo che secondo Celentano è rivolto a tutti, non solo agli artisti . “Penso che Papa Francesco stavolta abbia voluto metterci in guardia – afferma in un testo pubblicato sul sito internet dell’emittente cattolica -. Il punto è che occorre recuperare la bellezza a fronte dell’infernale abbrutimento delle nostre città”.
La “serenità – spiega – non può certo nascere da chi uccide e non può sopravvivere se non nasce dalla bellezza. Questo rappresenta ‘il principe dei focolai’. E papa Francesco lo ha individuato: quasi come se avesse appena sperimentato una curiosa passeggiata nel fondo più buio nelle nostre anime, e scoprire così la vera causa che affligge l’intero Pianeta”. Per Celentano si tratta di un rischio talmente pericoloso “che può dare origine, se non preghiamo in modo che Dio ci ascolti, al propagarsi di una gigantesca fiammata su tutta la terra. Ecco perché il Papa insiste e ci supplica di chiedere a Dio la grazia della creatività”.
Il pensiero di Celentano si sofferma sulla politica: “Destra e Sinistra non fanno altro che invocare la riapertura dei cantieri per la costruzione di nuovi obbrobri che di ora in ora, già dalla base, minano l’incanto dei paesaggi, la cui bellezza rapisce l’uomo in attimi di grande serenità”. Cosa fare dunque? “Bisogna sì aprire i cantieri, ma non per costruire, per distruggere. Distruggere – dice – ciò che gli speculatori hanno massacrato e avvelenato senza pietà, non solo la via della bellezza ma anche l’acqua che beviamo”.