Centocinquanta posti letto, dei quali 50 destinati alla terapia intensiva o sub-intensiva, sono stati predisposti in sole tre settimane presso il Policlinico Militare Celio di Roma. La struttura ospedaliera è stata inaugurata questa mattina dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Enzo Vecciarelli, dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale Salvatore Farina e dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Generale Alberto Rosso. 

“La Fase 2 per la Difesa inizia con questa inaugurazione odierna. Con la realizzazione del Covid Hospital al Celio, inserito in una rete nazionale, stiamo mettendo a disposizione del Paese un’importante struttura sanitaria”, ha dichiarato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini a margine dell’inaugurazione. 

E poi ha aggiunto “ringrazio i medici militari e gli infermieri di tutte le Forze Armate impegnati in prima linea per la lotta al Covid-19 qui al Celio, nei vari ospedali civili nel nord Italia e negli ospedali da campo, fortunatamente in via di dismissione – ha aggiunto – Il Paese vi è grato per il vostro lavoro”.  

Il Covid-Hospital del Celio, nato a seguito di un accordo tra il ministero della Difesa, il ministero della Salute e la Regione Lazio, è stato realizzato anche grazie ad un contributo economico fornito da Difesa Servizi s.p.a. e sarà disponibile per la Fase 2.  

I lavori, sotto la direzione Comando Logistico dell’Esercito alla guida del Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, sono stati effettuati da 80 militari specializzati del genio dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare impiegati continuativamente per 22 giorni. 

Tale iniziativa, coordinata insieme al commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri, rientra nell’’accordo quadro per la cooperazione in tema di sanità pubblica tra ministero della Difesa e Regione Lazio’ e le più recenti convenzioni con l’azienda ospedaliera “S. Giovanni – Addolorata” e con l’Istituto nazionale malattie infettive “L. Spallanzani”.