“Ma se, come è stato accertato al di là di ogni dubbio, il Dc9 dell’Itavia è esploso per una bomba a bordo, su cosa avrebbero dovuto vigilare i ministeri dei Trasporti e della Difesa?”. A dirlo all’AdnKronos è Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare e membro dell’associazione ‘Verità per Ustica’, commentando la sentenza che ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti, ritenuti colpevoli di non aver tutelato la sicurezza dei cieli, a risarcire con 330 milioni di euro la compagnia aerea Itavia, proprietaria del Dc9 che il 27 giugno del 1980 esplose in volo nella strage di Ustica.  

“Per addivenire a questo risultato – aggiunge Tricarico – si è utilizzato come strumento operativo le bizzarrie della giustizia italiana, cui qualcuno un giorno o l’altro dovrà mettere mano, e che consentono che per lo stesso fatto ci siano due verità diametralmente opposte: una in sede penale, che ha acclarato, al di sopra di ogni dubbio, incontrovertibilmente, che a causare la caduta del Dc9 Itavia è stata una bomba a bordo nella toilette; una in sede civile, dove si è arrivati a una verità diametralmente opposta, cioè quella della battaglia aerea e del missile, che tutte le perizie, dibattimento ed escussione dei testi hanno escluso in maniera categorica”. 

“Sulla base di questa, fra virgolette, verità civile – conclude il Generale Tricarico – lo Stato sta corrispondendo centinaia di milioni di euro dei cittadini che di tutto avrebbero bisogno, soprattutto in questo momento, che non di essere depredati. E se tutto questo è vero, se a causare la caduta del Dc9 è stata una bomba a bordo, come è stato ampiamente dimostrato al di là di ogni dubbio, non si capisce in che cosa abbiano omesso di vigilare i ministri della Difesa e delle Infrastrutture, non si capisce quale sia la loro colpa”.