“La delibera la farei per il bene dei miei concittadini, rispetto alle polemiche che sono sorte dopo forse era meglio lasciare che 150 persone non trovassero posto in un ospedale tanto, purtroppo, i decessi sul territorio sono stati tanti e io oggi sarei meno sotto le polemiche. Però visto che sono un amministratore con l’unico obiettivo di salvare la vita alle persone, io quella delibera la rifarei”. Cosi l’assessore lombardo al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera replica, nella trasmissione tv ‘Aria pulita’, a chi gli chiede del capitolo Rsa e dell’alto numero di decessi nelle strutture lombarde. 

“Noi abbiamo chiesto volontariamente alle Rsa che garantivano alcune condizioni di ospitare alcune persone che dovevamo togliere dagli ospedali dove non c’erano più posti letto e barelle per ricoverare chi non riusciva a respirare. Sono stati messi in padiglioni e palazzine separati, il requisito era di avere del personale dedicato a loro. Le nostre linee sono state assunte dalla Regione Lazio”, ricorda Gallera, ma “il virus si era già diffuso dappertutto”.  

Regione Lombardia “le indicazioni le ha date con tempestività perché il primo caso in regione è il 20 febbraio notte, la prima direttiva sui parenti è il 23, il 27 ne diamo un’altra, il 2 di marzo diamo la facoltà ai gestori di chiudere le Rsa e l’8 vengono chiuse, quindi noi siamo stati tempestivi. Il virus è entrato e si è annidato nelle Rsa lombarde, dell’Emilia che ha il tasso di mortalità più alto, in quelle francesi, inglesi, in quelle di tutta Italia purtroppo”, sostiene Gallera.  

“I controlli ci sono stati, le Ats avevano questo compito di fare la sorveglianza, adesso stiamo andando a verificare situazione per situazione. E’ chiaro che forse il modello Rsa è un modello che per la gestione dei pazienti Covid è emerso non avere le capacità di farlo, ricordiamo che le Rsa sono tutti enti privati gestiti da soggetti privati, del privato sociale o da fondazioni quindi sono soggetti che dovevano avere la capacità di affrontare questo tema”, aggiunge l’assessore Gallera, che continua: “Per quello che successo in tutta Italia e in tutto il mondo, forse è un modello che per la complessità di alcuni pazienti non è idoneo e quindi noi stiamo immaginando di costruire luoghi in cui i nostri anziani malati di Covid possano essere collocati quindi con un’assistenza sanitaria più strutturata e forte di quella prevista per le Rsa”.  

“Qui – dice ancora l’assessore – è scoppiata la bomba atomica, il primo caso nel mondo occidentale è stato quello della Lombardia, il cratere è stato tra Lodi, Bergamo, Brescia. Noi abbiamo aree della nostra regione con numero di positivi e decessi nettamente inferiori a Venezia, Verona, Reggio Emilia. Vogliamo dire che in una parte della nostra regione siamo stati bravi a fare medicina del territorio, a salvare la vita delle persone e siamo stati incapaci in un’atra area? Mi sembra una ricostruzione francamente un po’ bislacca, qui è arrivato senza presentarsi il virus, si è diffuso, ha girato nei bar, negli ospedali per almeno 25 giorni e a un certo punto l’insieme delle persone infette ha fatto esplodere tutto questo”.  

“C’è chi dice la partita Atalanta-Valencia abbia avuto un ruolo importante, chi dice l’aeroporto di Orio al Serio, chi dice il dinamismo produttivo di quelle aree, ci saranno motivi che poi gli statistici ci diranno ma il dato è che li c’è stata una concentrazione”, spiega l’assessore che rivendica i risultati raggiunti. “Quello che è successo qui e come lo abbiamo gestito ha prodotto molto meno morti e danni di quello che è successo a New York, a Madrid, a Bruxelles, altre grandi megalopoli o aree densamente popolate e produttive travolte dal virus che hanno avuto molti più positivi e molti più morti di quelli in Lombardia a dimostrazione che noi qui abbiamo retto una grande ondata”, afferma Gallera.