“Si sta cominciando a parlare della fase due. Benissimo, lo abbiamo detto, aspettiamo di vedere cosa deciderà il governo ma siamo ancora nella fase uno e quindi i comportamenti” da rispettare “devono essere quelli”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, nel consueto videomessaggio postato su Facebook per fare il punto sull’emergenza coronavirus.
Nel suo messaggio, Sala ha poi dedicato ampio spazio alla giornata della Terra, che si celebra oggi e alla questione dei braccianti. “Il 22 aprile 1970 l’Onu lanciò questa battaglia per il diritto a vivere un ambiente più sano, equilibrato e sostenibile – ha sottolineato il sindaco – 20 milioni di americani scesero in piazza. Poteva sembrare allora una battaglia combattuta dalle élite, ma oggi ci accorgiamo che siamo tutti pienamente coinvolti nella questione ambientale”. Quindi ha aggiunto: “Un mio amico attivista, sindacalista italo-ivoriano si occupa dei diritti negati ai tanti braccianti che lavorano nei campi e mi parla di circa 600mila braccianti, in buona parte immigrati non in regola. Ma tanti italiani che lavorano in nero, spesso preda della criminalità organizzata, stanno anche in Lombardia e in Piemonte, non solo in Sicilia. Quando noi andiamo al supermercato e compriamo pomodori, pensiamo che sono raccolti da queste persone, che in condizioni di vita incredibili e privati di loro diritti li raccolgono per noi”.
“Personalmente – conclude il sindaco milanese – mi espongo su questa battaglia perché in questa crisi che stiamo vivendo dobbiamo riflettere su come possiamo cambiare le cose. Difficile dire che è un’opportunità ma questa situazione deve spingerci al cambiamento, perché tutti dobbiamo confrontarci col senso della realtà. Chi fa politica, in particolare, deve vivere il senso della realtà piuttosto che cavarsela con quattro belle parole in un talk show”.