“In Veneto sono stati realizzati 260.810 tamponi, non abbiamo più arretro, e a questi si aggiungono i test rapidi. I casi positivi oggi sono 16.192, e sono 192 più di ieri. Su questo tema dei positivi, su cui si è innescato un dibattito, in cui sembra quasi che il Veneto, piuttosto che la Lombardia o l’Emilia Romagna siano gli untori, e bisogna quindi ‘chiudere le frontiere’, dico che bisogna vedere il dato ufficiale, secondo cui la Campania, che ha lo stesso numero di abitanti del Veneto, ha effettuato un quinto dei tamponi del Veneto, ma ha più di un quinto di positivi, rispetto al Veneto”. Così il governatore del Veneto, Luca Zaia replica se pur indirettamente al collega De Luca. “Ciò dimostra che è difficile paragonare realtà tra di loro se non hanno fatto con lo stesso numero di abitanti lo stesso numero di tamponi: perché il contagiato lo trovi se lo vai a cercare. “Io dico semplicemente che una realtà come il Veneto che ha fatto 260 mila tamponi non la puoi paragone con una realtà come la Campania che ne ha fatti 48 mila come compare dai dati ufficiali della tabella pubblicata dalla protezione Civile”.  

Passando alla riapertura, Zaia afferma: “Non siamo degli irresponsabili ma diciamo che l’apertura più che una ‘fase 2′ è la fase di convivenza con il virus che è esattamente quello che hanno fatto tutte le comunità che ci sono passate prima di noi”. “Qualcuno dice che si potrebbe attendere ancora un po’ per la riapertura – ha tenuto a sottolineare – ma non è che se attendiamo una settimana, due o tre, o più il virus se ne va. Questa è la fase di convivenza con tutti i rischi che ha una fase di convivenza. In sintesi si potrebbe dire: continuiamo a tenere la guardia alta, e lo slogan potrebbe essere ‘attenti che la morte è dietro l’angolo’ , per questo bisognerà continuare a rispettare le regole, e prima di tutto l’uso della mascherina”.  

“Che non passi l’idea – aggiunge il governatore – che mettiamo a rischio la salute per il ‘dio denaro’, se la comunità scientifica dice che non si può aprire non si apre, poi ognuno si prenderà le proprie responsabilità. Una forma di equilibrio però dobbiamo trovarla. Ma dico anche: se è vero che la deadline è il 21 maggio secondo l’Oms allora perché qui in Veneto almeno il 40% delle aziende sono state aperte? Se è lockdown allora non si capisce perché è stata autorizzata l’apertura”.  

“Se non c’è la collaborazione di tutti – spiega quindi il governatore – è inevitabile che ci saranno nuovi contagi, non perché è da irresponsabili aprire, ma perché non rispettiamo le regole. L’alternativa a questa, parliamoci chiaro, è restare chiusi fino all’infinito, ovvero fino a quando il virus non sarà scomparso, il che significa mesi se non anni”.  

“Abbiamo messo le basi per farci in casa una App per rintracciare i movimenti , ma se ce ne ed è ben strutturata a livello nazionale, che sia semplice ed eventualmente ricalibrabile a livello regionale, va bene, anche per motivi di privacy. Secondo me per chi ha un telefonino dovrebbe essere obbligatoria e non su base volontaria, perché per funzionare ci deve essere almeno il 60% della popolazione che la utilizza”, ha detto ancora il governatore, che poi passa ai dati sulle Rsa presenti nella regione: “Su 330 case di riposo in Veneto in cui abbiamo fatto il test in 244, più del 70%, non c’è stato neanche un contagio”.  

IL BOLLETTINO – In Veneto sono 16.127, 192 in più rispetto a ieri, i casi positivi al Coronavirus. Sono invece 10.061 i casi attualmente positivi, 149 in meno rispetto a ieri. Il totale dei deceduti dal 21 febbraio è di 1.112, di cui 939 in ospedale (+21 su ieri); i negativizzati sono 4.954, le persone in isolamento in isolamento sono 11.658. Aumentano (+9) i ricoverati nelle aree non critiche degli ospedali, ora arrivate a 1.273, mentre continua la discesa nelle terapie intensive, con 180 pazienti (-4); i negativizzati ancora ricoverati sono 328, i dimessi sono saliti 2.117.