“Leggo stupito e molto amareggiato gli articoli che appaiano in questi giorni su importanti giornali. Assisto poi disgustato a molteplici azioni di gigantesca deformazione della realtà e di sciacallaggio politico e mediatico”. Lo scrive l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, in un post su Facebook, commentando le polemiche sollevate sulla gestione dell’emergenza sanitaria in Lombardia.
“Dal 20 febbraio viviamo la più grande emergenza sanitaria che la Lombardia abbia mai vissuto – sottolinea -. Nel mio ruolo di assessore al Welfare dal primo momento ho dedicato tutto le mie forze, le mie capacità, le mie energie fisiche e psichiche a fronteggiarla e a combatterla. Sono stati e sono ancora momenti pieni di tensione, rabbia, frustrazione e sofferenza. Abbiamo dovuto prendere decisioni difficili in tempi ristretti ma bisognava salvare la vita alle persone”.
“Trovare un respiratore o una Cpap per far respirare chi non ce la faceva più – sottolinea – recuperare mascherine e camici per i nostri operatori sanitari, fare in modo che le autoambulanze trovassero un pronto soccorso dove portare i pazienti e una barella su cui sdraiare chi soffriva, organizzare le visite domiciliare delle unità speciali di continuità assistenziale, attivare il telemonitoraggio dei pazienti a domicilio, cercare di ampliare il più possibile la capacità di fare tamponi per soddisfare al massimo le tantissimi esigenze diagnostiche”.
Quindi aggiunge: “I dati sono in miglioramento grazie alle misure di contenimento che abbiamo fortemente voluto e adottato e al comportamento responsabile dei lombardi ma c’è ancora moltissimo da fare per prenderci cura dei grandi traumi fisici e psicologici di chi è stato in terapia intensiva, per riorganizzare il sistema ospedaliero e rafforzare il sistema territoriale. Io continuo il mio lavoro con immutata determinazione e motivazione e guardo con distacco a quanti ‘col senno di poi’ dalle comode scrivanie o dai divani di casa sputano sentenze e veleno”.
“Noi – rimarca infine Gallera – siamo stati e siamo in trincea e non agiamo ne abbiamo mai agito per compiacere i ‘professori del giorno dopo’ ma sempre e solo per soffocare la diffusione del coronavirus e salvare la vita ai lombardi”.