di Vittoria Vimercati 

La Regione Lombardia dà il via libera ai tamponi sui sospetti Covid, ma solo per i pazienti in isolamento domiciliare che abbiano avuto un contatto con un caso di coronavirus “accertato o sospetto” e solo al termine dei 14 giorni di ‘sorveglianza’ attiva del medico di fiducia. E’ quanto riporta una circolare della Regione che l’Adnkronos ha potuto visionare, inviata ieri alle Ats e ai loro dg da parte della Direzione generale Welfare.  

Si tratta della circolare con cui viene stabilito l’allungamento della quarantena dei casi sospetti fino a 28 giorni, una nuova direttiva già annunciata dall’assessore al Welfare Giulio Gallera qualche giorno fa per evitare che persone guarite ma ancora contagiose escano di casa o vadano al lavoro infettando qualcun altro. Ecco, oltre a questo aspetto, nella circolare si parla dei tamponi, che finora non erano stati eseguiti ai sintomatici curati a casa, senza passaggio in ospedale. Saranno, in questo caso, i medici di medicina generale a “richiedere all’Ats l’esecuzione di un tampone nasofaringeo per la ricerca di SARS-CoV-2: con risultato negativo – spiega il documento – si conclude l’isolamento fiduciario con ripresa dell’attività lavorativa”. In caso, invece, di risultato positivo, si torna in isolamento domiciliare obbligatorio fino a che un doppio tampone non abbia dato esito negativo. 

Nel caso in cui invece, spiega la circolare, il medico di base si trovi di fronte a una persona con sintomi simil-influenzali ma senza “evidenza di contatto” con un caso Covid-19 “è stato evidenziato all’Iss l’opportunità di valutare l’allungamento del tempo di osservazione durante il quale rilevare l’assenza/presenza di sintomi, da 14 a 21 o meglio 28 giorni”. Siccome un elevato numero di pazienti si trova in queste circostanze, non sarà possibile eseguire a tutti costoro “sistematicamente” un tampone. Da qui, la decisione di attuare un comportamento ancora più “prudenziale” sul rientro al lavoro, allungando la quarantena.