Nonostante l’inserimento in Costituzione della tutela degli animali, la situazione in Italia è ancora indietro

Sono passati tre anni dall’inserimento della tutela degli animali nella Carta Costituzionale, alll’art.9: ma in questi anni cosa è stato fatto di oggettivo per proteggere la fauna, di affezione o selvaggia, nel nostro paese?

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Legambiente ha analizzato l’attività di intervento legislativo, con risultati non incoraggianti: dal febbraio 2022 a gennaio 2024, solo il 14,75% delle 617 leggi approvate ha menzionato gli animali. Tuttavia, quasi l’80% di questi provvedimenti non ha seguito il principio costituzionale introdotto nel 2022. 74 disegni di legge migliorativi sono attualmente in stallo, rallentando i progressi nella tutela degli animali.

Analisi degli interventi legislativi: cosa è successo in tre anni

Per scattare questa fotografia Legambiente ha analizzato le banche dati della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, per vedere come i nuovi principi fondamentali costituzionali siano entrati (con le norme già approvate) o stiano bussando alla porta, con le proposte presentate, nell’ordinamento giuridico. L’analisi, che va dal 12 febbraio 2022 al 31 gennaio 2024, ha compreso le proposte avanzate dai Governi Draghi e Meloni, dai Gruppi parlamentari, dai singoli Parlamentari, nonché da iniziative di legge popolare o dei Consigli regionali. Tra gli atti approvati, parliamo di leggi, decreti legislativi, decreti-legge, decreti del presidente del Consiglio dei ministri e decreti ministeriali.

L’attenzione legislativa è rivolta principalmente agli animali domestici, mentre quelli selvatici sono i più penalizzati, spesso vittime di bracconaggio e privi di protezione penale adeguata. Le pene per il bracconaggio e il traffico di specie protette in Italia sono irrisorie rispetto a paesi come Indonesia, Sudafrica e Thailandia, che prevedono pene fino a 40 anni di carcere. Tra le leggi positive, la legge “Salvamare” e quella sulla sicurezza stradale che prevede pene per l’abbandono degli animali. Tra quelle peggiorative, la legge di bilancio 2022 che ha autorizzato la caccia nelle aree protette e la legge di bilancio 2024 che ha aumentato i rischi per le specie in pericolo.

Con questa analisi, Legambiente vuole lanciare un chiaro invito a Governo e Parlamento per il rispetto del principio costituzionale in fatto di tutela degli animali, superando i ritardi accumulati in questi tre anni per la sua concreta attuazione e sbloccando l’iter delle diverse proposte di legge migliorative in stallo alla Camera e al Senato.

Tutela degli animali, gli input di Legambiente

Tre le azioni prioritarie legislative che indica l’associazione chiedendo: 1) lo stop al bracconaggio con l’inserimento nel Codice penale del delitto di bracconaggio con pene da tre a sei anni di reclusione, estendendo la sanzioni anche ai traffici di specie protette, come previsto dalla direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente; 2) un’etichetta “Cage Free” per i prodotti di origine animale che, con chiarezza e trasparenza, permetta la libera scelta ai consumatori e aiuti gli allevatori che investono in pratiche più rispettose del benessere degli animali; 3) cure veterinarie accessibili a tutti attraverso un Piano nazionale, approvato in Conferenza Stato-Regioni, per l’assunzione di veterinari pubblici, il sostegno alle cure veterinarie delle famiglie e la sterilizzazione dei randagi, come previsto dalla legge 281/1990 ma mai efficacemente attuato.

In conclusione, Legambiente chiede un impegno concreto per rispettare la tutela degli animali sancita dalla Costituzione, con misure legislative più incisive e un’azione politica più determinata.