Il nuovo codice della strada non affronta il nodo mobilità sostenibile: intanto le città che hanno adottato i 30 km/h raccolgono i frutti
La sostenibilità ambientale non può prescindere da un discorso approfondito su mobilità e i trasporti: ad oggi il parco macchine in Italia è ancora alimentato da carburanti fossili, mentre l’obiettivo a cui bisogna tendere nel futuro è la produzione di energia da rinnovabili e un maggior utilizzo dell’elettricità. Un punto fondamentale è riuscire a convertire il modo in cui spostiamo noi stessi e le merci, essendo quello un fattore inquinante molto grave sia per la vita nelle nostre città, sia per gli effetti sulla crisi climatica che il trasporto ha.
Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club, intevistato da Ettore Paoletti e Marta Capogna del Corso di Marketing Sociale UNIBO, ha parlato del nuovo codice della strada, approvato su input del ministro Salvini, affermando che purtroppo non affronta affatto la questione della mobilità sostenibile.
Mobilità sostenibile e città 30 km/h
Il nuovo codice della strada secondo Ferrante contiene “iniziative manifesto” contro la droga ma nulla di fattuale sulla sostenibilità, mentre in alcune città – sia in Italia che in Europa – si è riusciti autonomamente a ridurre traffico, inquinamento e vittime della strada.
Il riferimento è alla città di Bologna che dallo scorso anno ha introdotto il limite dei 30 km/h nel centro cittadino e ha visto ridurre non solo e nettamente i numeri di morti, feriti ed incidenti sulla strada, ma anche l’inquinamento ambientale cittadino (calato di circa il 30%).
Esiste anche uno studio al riguardo, firmato da George Yannis e Eva Michelaraki del Politecnico di Atene, intitolato “Review of city-wide 30 km/h speed limit benefits in Europe” (Esame dei benefici del limite di velocità di 30 km/h nelle città d’Europa): dalle analisi condotte dagli studiosi, è evidente come non solo le città che hanno adottato i 30 km/h nel centro storico abbiano ridotto drasticamente il numero delle vittime di incidenti stradali, ma anche l’inquinamento acustico e da polveri sottili. Guidando a bassa velocità si usa meno carburante, si inquina meno e si incitano i cittadini ad usare mezzi come biciclette e monopattini in sicurezza.
Città europee contro l’inquinamento
Anche la città di Parigi ha attuato il limite dei 30 km/h nel centro e di 50 km/h sulla Tangenziale ed ha visto ridursi i livelli di inquinamento acustico e anche ambientale: la capitale francese aveva grandi problemi di qualità dell’aria, che ha migliorato sensibilmente.
L’esperimento delle città a 30 km/h sembra quindi – per ora – un successo, nonostante l’iniziale diffidenza e lo studio del MIT (di cui molto si era discusso) che sembrava dire il contrario.
Sono diverse le città italiane che stanno pensando di imitare Bologna: l’auspicio è che possano arrivare a questa risoluzione anche città grandi come Roma (che ci sta pensando) e Milano.