Se ne parla con Bludiprussia e l’Opificio, il 29 maggio a Roma
Che impatto ha il mondo del design sull’ambiente? È possibile produrre tessuti e colori in modo etico e sostenibile? Bludiprussia, storica coloreria di design e caposaldo singolare per ogni amante di interior e di edilizia e L’Opificio, azienda che fa parte del network Slow Fiber, si riuniranno il prossimo 29 maggio, negli spazi di Via Telesio, 23 a Roma, per rispondere a queste e più domande seguendo un unico filo conduttore: sensibilizzare e promuovere la sostenibilità nel mondo dei tessuti e delle abitazioni.
Dalle 11:30 Sabina Guidotti, founder di Bludiprussia, insieme a Dario Casalini, fondatore di Slow Fiber, e a Paola Bertoldo de L’Opificio, in trasferta a Roma da Torino per far conoscere ad addetti ai lavori e agli appassionati di moda, architettura, edilizia e design come vengono realizzati i prodotti operando in una filiera che rispetta l’ambiente e le persone.
Slow Fiber, si parla di sostenibilità e di fast fashion
Un meeting fuori dal comune negli spazi di Bludiprussia, dove persino le sedute saranno sostenibili: le Oto Chair, prodotte da One to One in plastica riciclata, saranno anche loro protagoniste di questo incontro in cui si dimostrerà come qualità estetica e sostenibilità possano andare di pari passo, avendo come interesse la cura e l’attenzione nei confronti dei consumatori e dei lavoratori. Un’occasione unica, una vera e propria esperienza sensoriale che parte dal filato e ne segue tutta la filiera, per imparare a considerare i colori e i tessuti utilizzati tanto nell’abbigliamento quanto nell’arredo, come componenti non solo estetici, ma punto di riferimento all’interno di una catena che rispetti l’ambiente e sia sostenibile sotto il profilo ecologico e produttivo.
«Durevole è tutto ciò che si contrappone al concetto di fast-use e fast-fashion», così lo slogan che porta avanti e identifica la mission di Slow Fiber, rete legata al circuito Slow Food cui fanno parte 21 realtà italiane che realizzano prodotti tessili duraturi ed ecologici, dove a farla da padrone sono il concetto di bello, sano, giusto, buono, pulito e durevole.
«Ciò che ci caratterizza è la cura – spiega Sabina Guidotti – e avere cura è un processo che si svolge con un tempo che non può essere dettato da tempi frenetici o dalle esigenze del mercato. Questo incontro è nato dalla volontà di affrontare la necessità di intraprendere tutti una strada diversa, riscoprendo insieme il giusto tempo per ogni cosa».