(Adnkronos) – Quasi un italiano su due è convinto che il cancro sarà vinto entro il 2050. E’ un sentimento di fiducia verso la ricerca e l’innovazione scientifica quello che emerge da un sondaggio su un campione rappresentativo della popolazione adulta del nostro Paese, condotto da Ipsos per conto di Janssen Italia, azienda farmaceutica del gruppo americano Johnson & Johnson, in occasione del World Cancer Day che si celebra il 4 febbraio. Il 47% degli italiani pensa che in 24 anni si potranno sconfiggere i tumori, seconda causa di morte a livello globale per l’Organizzazione mondiale della sanità. L’indagine mostra però quanto ci sia ancora da fare sul fronte prevenzione: ancora in troppi non aderiscono alle campagne di screening. 

Benché il 69% del campione sia consapevole che il 40% dei casi di cancro e il 50% delle morti oncologiche potrebbero essere evitati intervenendo sulla riduzione dell’esposizione ai fattori di rischio, sull’adozione di stili di vita sani e sull’adesione ai programmi per la diagnosi precoce, la maggioranza degli intervistati si rivolge ai medici solo in presenza di sintomi e non aderisce alle campagne di screening. In particolare, sono le persone dai 46 ai 59 anni che risultano in proporzione meno attente alla propria salute: soltanto il 46%, contro una media nazionale del 52%, si è sottoposta a un check-up medico nell’ultimo anno.  

“Leggendo questi dati, solo un italiano su due si è sottoposto a un controllo medico nel corso degli ultimi 12 mesi e ancora in minor misura nel caso di screening oncologico (14%) – afferma Alessandra Baldini, direttore medico di Janssen Italia – Si rende necessario pertanto un percorso in stretta collaborazione con partner scientifici di eccellenza, le istituzioni, le associazioni dei pazienti e i mezzi di informazione, per promuovere, oltre il 4 febbraio, nuovi programmi di screening oncologici e campagne di informazione sull’importanza della prevenzione”. 

Sempre secondo il campione intervistato, oggi solo il 45% delle persone con un tumore sopravvive in media a 5 anni dalla diagnosi. Il dato indica una paura ancora grande nei confronti del cancro, considerando che nella realtà, grazie alla disponibilità di terapie sempre più avanzate ed efficaci, la sopravvivenza a 5 anni è del 65%.  

“Il timore per la propria salute e per quella dei propri cari, con gli inevitabili effetti economici, risente anche dell’attuale complessa situazione economica che il Paese vive – osservano i promotori del sondaggio – Infatti l’indagine mostra che il carovita e l’inflazione sono considerati preoccupanti quanto un eventuale peggioramento del proprio stato di salute: quasi quattro italiani su 10 hanno più paura rispetto a qualche anno fa di potersi ammalare di tumore e, al contempo, la stessa percentuale teme maggiormente l’eventualità di dover fronteggiare una spesa imprevista e quindi di non potersi permettere le cure mediche necessarie per sé o per un proprio familiare”. 

La fotografia scattata da Ipsos permette di stilare una classifica degli aspetti che gli italiani ritengono prioritari nella vita: al primo posto c’è la salute, sia fisica per l’86% sia mentale per l’87%; seguono altri aspetti quali la famiglia (83%), l’amore (70%), il lavoro (69%), il benessere economico (65%), il divertimento (44%) e da ultimo il successo, importante solo per il 27% degli intervistati. “La pandemia – si legge in una nota Janssen – è stata sicuramente complice nel rafforzare la centralità del sistema salute e delle tematiche correlate negli aspetti della vita delle persone: l’82% delle persone dice di avere piena fiducia nella scienza e nella sua applicazione in campo medico, seppure si riscontrino carenze e aree da migliorare, tra cui la riduzione dei tempi di attesa per sottoporsi a visite e esami a livello regionale”. 

Quello che vede gli italiani confidare in una prossima sconfitta del cancro è per Baldini “un dato interessante che conferma una grande fiducia nei progressi della ricerca e nei nuovi trattamenti in fase di sviluppo in ambito onco-ematologico”. Tuttavia, come ricorda il tema di questa Giornata mondiale contro il cancro ossia ‘Close the Care Gap’, “tutti meritano di aver accesso ai programmi di prevenzione, assistenza e di cura del cancro e per questo motivo – sottolinea l’azienda – è fondamentale insistere su iniziative e progetti di sensibilizzazione e sull’importanza della prevenzione, parlando anche ai giovani, come si propone di fare il progetto ‘Fattore J’, promosso da Janssen Italia e Fondazione Mondo digitale e rivolto alle scuole superiori di tutta Italia”. 

“Creare un futuro migliore in cui le malattie siano un ricordo del passato è la missione di Janssen – dichiara ancora Baldini – una direzione ambiziosa verso traguardi eccezionali che i progressi scientifici sanno raggiungere. Pensiamo ad esempio allo sviluppo nelle terapie avanzate e innovative, come le Car-T o la terapia genica. Il nostro impegno nella ricerca di farmaci innovativi per il trattamento dei tumori solidi e del sangue va avanti da oltre 30 anni con l’obiettivo di arrivare a processi di intercettazione precoce della malattia e a poter avere in campo oncologico terapie sempre più mirate ed efficaci”. 

“In Janssen – conclude il direttore medico – riteniamo fondamentale la cooperazione con le istituzioni, a livello nazionale e regionale, per favorire un accesso sempre più equo alle cure su tutto il territorio italiano e per questo ci adoperiamo con tutti gli interlocutori del sistema, dagli enti pubblici a quelli privati, per mantenere alti gli investimenti nel settore e nel Paese, in ricerca e in innovazione tecnologica, per porre le basi per un futuro migliore e sostenibile per le nuove generazioni”.