È stato firmato oggi un accordo tra Regione Lazio e sindacati sul caporalato, per limitare lo sfruttamento del lavoro all’interno dei campi agricoli del tessuto laziale. Ecco gli obiettivi del protocollo siglato dal presidente Nicola Zingaretti
È stato firmato oggi un accordo importante tra Regione Lazio e sindacati per quanto riguarda il caporalato, con l’obiettivo di limitare lo sfruttamento del lavoro all’interno dei campi agricoli del tessuto laziale.
Lo confermano le parole del presidente Nicola Zingaretti: “Quella di Latina e della provincia è una terra ricchissima di produzione agricola di qualità, produce ricchezza per tutto il Lazio e per l’Italia e noi dobbiamo sconfiggere questo fenomeno del caporalato che arriva fino allo schiavismo a volte e rendere l’economia sempre più sana. C’è chi reprime, ma bisogna soprattutto prevenire”.
Secondo il “Rapporto Agromafie e Caporalato” a cura dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil, un’impresa agricola su quattro in Italia ricorre all’intermediazione del caporale per reclutare la forza lavoro: sono 30mila su tutto il territorio nazionale.
Tra 400 e 430mila sono i lavoratori agricoli esposti al rischio di un lavoro irregolare e sotto caporale. Tra questi 132 mila sono in “condizione di vulnerabilità sociale”. Secondo i numeri più di 300mila agricoli, ovvero il 30% del totale, lavorano meno di cinquanta giorni l’anno. Il tasso di irregolarità nei rapporti di lavoro in agricoltura è pari a quasi il 40%.
Zingaretti ha dichiarato che tornerà personalmente a Latina tra circa 6 mesi per “perché questo è un protocollo che individua dei temi, mette in campo delle risorse e degli obiettivi strategici e che ora dovremo attuare e dopo questa prima sperimentazione estiva faremo il punto per capire come e quanto il protocollo ha funzionato e casomai rimetterci mano. Ma è importante che per una volta ci sia un’azione congiunta che individua nella lotta al caporalato in agricoltura, in questo polmone produttivo italiano, una grande determinazione di tutti” – ha precisato.
L’idea è quella di avviare una stretta collaborazione con le associazioni datoriali e con i sindacati, attuando delle politiche per combattere l’illegalità del caporalato “e rendere questo lavoro più trasparente, altrimenti si determina un damping sociale contro tutti, perché quando si abbassa la dignità e la qualità del lavoro alla fine sempre le fasce sociali più basse ne pagano il prezzo. Invece far emergere l’illegalità e colpire chi produce crimini è un elemento che farà bene all’economia non solo della provincia di Latina ma di tutto il Lazio” – ha concluso il presidente della Regione.