Una lettera con 16 firmatari, tutti i big del tech, chiede all’Unione europea di rivedere il prelievo del 3% sugli introiti derivanti da pubblicità e vendita dei dati personali: se ne parlerà all’Ecofin
Il Gafa, il blocco dei leader del tech europeo composto da Google, Amazon, Facebook e Apple, si schierano contro l’Unione Europea e vengono sostenuti da altri grandi big del settore, come Spotify, Zalando, Booking ed eDreams: sono 16 i firmatari di un documento rivolto ai ministri delle finanze degli Stati membri per esprimere “seria preoccupazione” a proposito della fantomatica imposta digitale a cui sta lavorando la Ue.
Questa imposta nasce per combattere l’aggiramento delle imposte che molte aziende tech riescono a portare avanti: il piano varato da Bruxelles prevede un prelievo fiscale del 3% sulle entrare derivanti da pubblicità e rivendita di dati personali. Si dovrebbe trattare di un provvedimento “temporaneo”, in attesa di raggiungere un’intesa globale.
Secondo i 16 firmatari della lettera, la tassa causerebbe danni materiali alla crescita economica, all’innovazione, agli investimenti e all’occupazione in tutta Europa. L’imposta, secondo i manager, “è stata concepita per società grandi e altamente redditizie, ma avrà un impatto sproporzionato sulle imprese europee, il che si tradurrà in un trattamento ingiusto”
Questa preoccupazione dovrebbe essere infondata, perchè l’imposta dovrebbe essere applicata solo ai gruppi con un fatturato oltre i 750 milioni di euro e con entrate in Europa pari almeno a 50 milioni.
Se ne discuterà all’Ecofin: fra i paesi più attivi nel chiedere la tassa c’è la Francia, mentre l’Irlanda resta sul fronte del no.