“Gli atenei e le società hanno una responsabilità, c’è uno scollamento tra chi fa ricerca, chi fa industria e chi vive la vita di tutti i giorni. Difficilmente le persone che stanno fuori sanno quali sono i temi di punta della ricerca, di un ateneo o di una società come Eni nella ricerca scientifica. Questo deve essere colmato, si parla molto di ricerca scientifica ma non si vedono gli impatti”. Lo ha detto l’ad di Eni, Claudio Descalzi durante un incontro sul tema ‘Innovazione e ricerca per accelerare la transizione tecnologica verso un futuro più sostenibile’ all’Università Milano-Bicocca, con la rettrice Giovanna Iannantuoni.
“Abbiamo bisogno di assumere migliaia e migliaia di persone che abbiano un fil rouge che lega biologia, matematica, chimica e ingegneria insieme – ha sottolineato ancora l’ad di Eni -. La formazione di base diventa importante. Abbiamo tante connessioni e contratti con le università. C’è un confronto con le università non indifferente e con tutte le persone che si stanno laureando e stanno immaginando il loro futuro. La nostra è una finestra anche sul mondo energetico che sta cambiando e questo è interessante per chi fa università e ricerca”.
Poi, parlando a margine con i giornalisti, Descalzi ha aggiunto: “La ricerca c’è, le università italiane sono veramente un’eccellenza, dobbiamo crear un fil rouge di progetti comuni ma soprattutto dobbiamo comunicare alla società quello che aziende e università fanno a livello di ricerca”. Per il numero uno di Eni occorre “prendersi la responsabilità e dire dove vogliamo arrivare e quali sono i problemi che vogliamo risolvere con la ricerca, perché i soldi che vengono messi nella ricerca sono importanti e devono essere quindi finalizzati soprattutto in un momento come questo, dove il climate change ci impone non solo trasparenza ma anche tempi rapidi”.